Echelon, la CIA nega, il Senato indaga

Echelon, la CIA nega, il Senato indaga

Il direttore dell'intelligence americana nega che Echelon sia utilizzato per procurare vantaggi commerciali alle aziende americane. Ma il Senato italiano ha avviato una prima inchiesta
Il direttore dell'intelligence americana nega che Echelon sia utilizzato per procurare vantaggi commerciali alle aziende americane. Ma il Senato italiano ha avviato una prima inchiesta


Roma – Su Echelon, lentamente, pare crescere la tensione tra i paesi che lo hanno realizzato e quelli che, secondo molti, lo hanno subìto. Il sistema di controllo globale delle comunicazioni è finito così al centro di una indagine conoscitiva voluta dal Senato italiano. A condurla sarà la Commissione Affari costituzionali, con l’obiettivo di capire come funziona Echelon e quale ruolo può aver avuto, e può tuttora avere, per imprese e cittadini italiani.

Intanto però arriva dal direttore della CIA una secca smentita all’ipotesi che molti hanno formulato in sede europea circa uno sfruttamento di Echelon per ragioni commerciali. “Non spiamo sulle aziende straniere per offrire vantaggi economici alle imprese americane -ha detto George Tenet- Non lo facciamo, perché le nostre regole non ce lo consentono, non facciamo cose di questo genere”.

La difficoltà per gli uomini dell’intelligence americana è quella di farsi credere. Nel recente passato, infatti, la CIA e la National Security Agency avevano negato con sdegno e ripetutamente addirittura l’esistenza di Echelon, sull’esistenza della quale ormai non vi sono dubbi in sede di Parlamento Europeo, dopo il rapporto sul caso presentato negli ultimi giorni.

L’affermazione di Tenet arriva dopo che alcuni giorni fa la NSA aveva fatto sapere che le regole statunitensi “impediscono di fornire informazioni di spionaggio ad aziende private per il loro vantaggio economico”. Tenet è anche a capo delle operazioni della NSA e ha spiegato, senza dire a quali paesi si riferisse: “ci sono paesi che utilizzano servizi di intelligence per promuovere il proprio benessere, ma questo non fa parte del modo di fare dell’intelligence americana. Non si va a mettere a rischio la vita di un uomo o di una donna o di una fonte di informazione per proteggere gli interessi di aziende che lavorano per soldi, quando queste possono difendersi da sé”.

Secondo Tenet è escluso ogni intervento di intelligence anche nel caso in cui un’azienda americana venga “truffata” all’estero al punto da ricorrere alle autorità americane: “in un caso del genere, se scopriamo che un’azienda americana è stata truffata o qualcuno sta agendo per distruggere un’azienda americana, ci rivolgiamo al Segretario di Stato o al Dipartimento del Commercio per segnalare loro la cosa e lasciare che se ne occupino loro. Così noi ci difendiamo, e non attacchiamo”.

Tenet ha concluso le sue dichiarazioni sostenendo che le accuse rivolte ai servizi di intelligence americani soprattutto dall’Europa sono ingiuste: “abbiamo un quadro normativo nel quale ci muoviamo e il giorno in cui l’intelligence non lo seguirà più, sarà il giorno in cui sarà tradita la fiducia degli americani. Questo non accadrà fino a quando saremo qui”. Meno male?

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Pubblicato il 3 mar 2000
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