Roma – In Gazzetta Ufficiale sono arrivate le norme con cui gli editori che rientrano in certi parametri si spartiranno agevolazioni e contributi previsti dalla legge sull’editoria, la contestatissima 62/2001.
Un decreto di attuazione, infatti, spiega che ai contributi potranno accedere anche i giornali elettronici dei partiti. Questi potranno godere delle agevolazioni, come i “colleghi” della carta stampata, se dispongono dell’appoggio di un gruppo parlamentare o di almeno due europarlamentari. Anche in questo caso, come già sulla carta, vengono dunque finanziate attività editoriali indipendentemente dall’esistenza o meno di un pubblico interessato alle stesse.
Questa è una delle numerose storture presenti nella nuova legge sull’editoria, che il Governo come noto considera ottima , che è stata rilevata ieri in una nota anche dall’ ADUC , l’associazione per i diritti dei consumatori e degli utenti. Secondo l’ADUC, il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale è significativo perché, in fondo, “l’aspetto principale di quella legge era proprio questo: come spartire i contributi dello Stato in considerazione delle nuove dinamiche e strumenti di comunicazione.”
Secondo ADUC, il mantenimento ad oltranza di strutture editoriali che non fanno i conti col mercato ma che sono sorrette dai contribuenti si traduce, tra l’altro, “per i giornalisti e aspiranti tali” in “presunte palestre di giornalismo dove ci si perfeziona o si impara a scrivere testi che saranno letti essenzialmente solo dai dirigenti dei partiti proprietari delle testate, senza alcun riscontro del gradimento”.