Roma – Mauro Masi, commissario straordinario della SIAE ed estensore della legge sull’editoria ha voluto scrivere a Punto Informatico per precisare alcune affermazioni riportate ieri dal quotidiano e tratte dall’intervista che lo stesso Masi aveva rilasciato a Clarence.com.
“In riferimento all’intervista apparsa da ieri 16 maggio su Clarence – si legge nella nota – il professor Mauro Masi specifica che le espressioni relative al dottor Franco Abruzzo (al quale, peraltro, ha già personalmente chiarito l’equivoco) sono frutto di un fraintendimento”.
Masi ribadisce invece i contenuti da lui espressi riguardo alla nuova legge sull’editoria sostenendo che non tutti coloro che scrivono sulla Rete devono sottostare alla normativa sulla stampa. “Non sono fondati – sottolinea Masi – i timori manifestati dal mondo di Internet. In realtà uno degli obiettivi della legge è proprio quello di favorire l’informazione sul web sia sul piano quantitativo che su quello qualitativo”.
Nella sua interpretazione della legge, Masi afferma: “Se non si vuole usufruire dei contributi non si è obbligati ad iscriversi al registro, né a sottostare alle altre disposizioni della nuova legge sull’editoria. Chi invece vuole accedere al credito agevolato o al credito d’imposta deve rispettare gli adempimenti richiesti e le altre norme generali previste per l’erogazione dei contributi pubblici”.
“Per quanto riguarda, invece, la questione del peer to peer – afferma la nota trasmessa ieri a Punto Informatico – evidentemente c’è nella risposta di Masi un refuso di stampa”. “Al posto di un ‘perché’ – continua la nota – doveva essere scritto un ‘sè che avrebbe permesso di leggere correttamente il senso della frase: “In linea di principio la tecnologia peer to peer non dovrebbe essere in violazione del diritto d’autore, se c’è l’assenso dell’autore all’utilizzo dell’opera”.