Editoriale 21/1/2001

Editoriale 21/1/2001

Molte aziende open source stanno applicando filosofie di marketing estranee alla filosofia del free software, e questo comincia ad avere effetti negativi su tutto il mondo Linux
Molte aziende open source stanno applicando filosofie di marketing estranee alla filosofia del free software, e questo comincia ad avere effetti negativi su tutto il mondo Linux


La recente notizia riguardante il proliferare del worm Raven per Linux ha scatenato, e c?era da aspettarselo, un?accesa diatriba fra utenti Linux e resto del mondo. Per chi non lo sapesse, il worm è in grado di fare, ma in modo del tutto automatico, ciò che già fanno moltissimi altri script analoghi: ossia cercare sulla rete server con falle di sicurezza conosciute e penetrarvi. Raven in particolare prende di mira i server Red Hat e questo ha dato adito ad un?infinita serie di accuse verso questa distribuzione. Naturalmente Raven prende di mira Red Hat perché è la distribuzione più diffusa, ma è pur vero che questa non è certo un esempio lampante di sistema sicuro visto che, soprattutto con la versione 7.0, è passata alla storia come la distribuzione più bucata del west.
La mia opinione è che il fenomeno Raven ha portato alla luce ciò che già lamentavo in alcuni miei trascorsi editoriali: e cioè che se si applicano all?open source gli stessi concetti adottati dalle case commerciali per vendere i loro prodotti, non ci si possono aspettare risultati molto diversi da questi. Fra le distribuzioni Linux Red Hat è sì quella di maggior successo, ma è anche la più commerciale e quella che ha adottato i modelli di vendita e marketing più aggressivi: primo fra tutti, rilasciare versioni in rapida successione, non importa in che stato di testing esse si trovino. Una filosofia ben diversa da quella che ci insegna Linus Torvalds, un personaggio che sebbene appartenga al mondo del free software, non si può certo definire un ?comunista?, per dirla con Ballmer. Ma Linus sa, come dovrebbe saperlo tutta la comunità di utenti e di aziende che gravita attorno a Linux, che la filosofia open source basa la sua forza sulla qualità e non può adeguarsi ai ritmi e ai metodi di sviluppo e rilascio del software commerciale: sarebbe questo un grave errore. Purtroppo la strada intrapresa da molte aziende del settore sembra puntare in tutt?altra direzione e i risultati sono sotto gli occhi di tutti: il mondo open source perde di credibilità, e se Red Hat è una groviera, per l?utente medio Linux è una groviera.
Alessandro Del Rosso

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Pubblicato il
21 gen 2001
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