Editoriale 25/2/2001

Editoriale 25/2/2001

Coloro che criticano a spada tratta il software open source sono forse quelli che temono la caduta della filosofia del massimo profitto fatto sulla pelle del consumatore?
Coloro che criticano a spada tratta il software open source sono forse quelli che temono la caduta della filosofia del massimo profitto fatto sulla pelle del consumatore?


L?open source, ed in special modo il ?free software” ? a cui Linux appartiene -, è ormai stato definito in tanti modi: comunista, fascista, utopistico, e via di questo passo. I signori che lo hanno criticato aspramente appartengono tutti a quella classe industriale, soprattutto americana, che non ha per obiettivo il profitto, più che lecito, ma il massimo profitto, eticamente un po? meno lecito (almeno per me). Tutto ciò che non insegue i canoni del massimo profitto è comunista. Lor signori hanno già capito da tempo che free software non è affatto sinonimo di gratuito e che esistono infinite possibilità di guadagnare attraverso il software libero: quello che a loro proprio non va giù è il fatto che l?open source costringa a guadagnare in modo fin troppo ?trasparente?, in concorrenza con gli altri e nel rispetto delle reali esigenze degli utenti. E tutto ciò appare poco compatibile con la filosofia del massimo profitto, la stessa che ha portato gli imprenditori a nutrire le vacche con farine animali, gli armatori a caricare di petrolio vecchie carrette del mare ed i produttori di software a immettere sul mercato prodotti sempre più ridondanti e pieni zeppi di bug. E alla fine a rimetterci sono i consumatori, certo, ma non soltanto: perché nel frattempo i consumi di carne sono drasticamente diminuiti, molti pacchetti viaggio sono stati annullati e, quando è possibile, sempre più aziende rimpiazzano il software proprietario in favore delle alternative open source.
Qualche giorno fa Jim Allchin, di Microsoft, ha affermato: ?Noi possiamo realizzare un prodotto migliore di Linux. Il punto è che c’è sempre qualcosa di affascinante nel pensare che si possa ottenere qualcosa gratuitamente”. Il big di Redmond non ci guadagna molto da queste ?uscite?. Innanzitutto Allchin sembra ammettere che loro possono realizzare un prodotto migliore di Linux, ma ancora non lo hanno fatto. Poi forse Allchin dimentica che anche Microsoft, negli anni passati, ha puntato molto sul fascino del gratuito: basti pensare a Internet Explorer, ad Outlook Express, a Net Meeting? Sempre Allchin poi dice: ?Sono un americano, credo nell’American Way?. E noi invece siamo europei, e almeno una cosa la sappiamo bene: che nessuna strada prosegue dritta all?infinito.
Alessandro Del Rosso

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Pubblicato il
25 feb 2001
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