Pechino – L’incessante caccia alle degradazioni occidentali da parte delle autorità cinesi si è concretizzata ieri in una notizia che ha rapidamente fatto il giro del mondo dopo essere stata diffusa dall’agenzia di stato Xinhua .
“A seconda della serietà del caso – ha scritto l’agenzia riferendosi ai procedimenti in corso contro i pornografi web – le sentenze oggi vanno dalla libertà vigilata alla detenzione, dal fermo di polizia a varie tipologie di reclusione, fino al carcere a vita”.
Da cosa dipende la serietà della situazione? Per esempio dalla popolarità: un sito molto cliccato potrebbe portare guai seri ai propri gestori.
Non è certo una novità che l’oligarchia pechinese trovi nel porno online un ottimo alleato nella propria battaglia per il thought control, né è una novità che la guerra contro il porno è sostenuta da molti cinesi che arrivano persino alla delazione via Internet . Ma rappresenta una novità il fatto che si pensi davvero di ricorrere a misure repressive così drastiche.
Quelli descritti dalla Xinhua sono gli orientamenti delle autorità delineate dalla Corte Suprema del Popolo di Pechino e relative ai casi portati innanzi al massimo tribunale dalla pubblica accusa, del popolo naturalmente.