Ericsson: il futuro blipperà

Ericsson: il futuro blipperà

L'azienda punta molto sul sistema BLIP che consentirà di diffondere informazioni, servizi e pubblicità sui cellulari e sui PDA dotati di tecnologie Bluetooth. Postazioni di diffusione nei negozi e nelle strade
L'azienda punta molto sul sistema BLIP che consentirà di diffondere informazioni, servizi e pubblicità sui cellulari e sui PDA dotati di tecnologie Bluetooth. Postazioni di diffusione nei negozi e nelle strade


Roma – Blippare le informazioni, i servizi e la pubblicità. Questo è il futuro di Bluetooth secondo Ericsson, un futuro dove la tecnologia wireless di trasferimento dati veloce consentirà di costruire “chioschi” di diffusione capaci di “agganciare” chi vi si avvicinerà.

Questi “chioschi” sono, appunto, i BLIP (Bluetooth Local Infotainment Point), “stazioni” che potranno essere posizionate nei luoghi pubblici, nei negozi o per strada e che consentiranno in un raggio di qualche decina di metri di “scaricare” rapidamente quello che serve sul proprio cellulare o sul personal digital assistant che supportano Bluetooth.

Il BLIP-futuro è naturalmente incerto, viste le difficoltà di diffusione di Bluetooth e la scarsità di device che ne supportano la tecnologia, ma Ericsson è decisamente ottimista e ritiene che invece di “clic” nel futuro si farà “blip”.

L’azienda ha spiegato che i BLIP potranno “irradiare” le proprie informazioni in un raggio di circa 10 metri e per una sola connessione alla volta. Ma la seconda generazione di BLIP, assicura Ericsson, sfrutterà appieno la nuova potenza del sistema, portando a circa 30 metri il raggio d’azione, e consentirà l’aggancio simultaneo di più utenti. Per poter dire di essersi blippati il blip-giornale aspettando l’autobus.

Ericsson conta di immettere sul mercato i BLIP insieme a dei partner entro la fine dell’anno. L’azienda si occuperà di produrre e vendere le stazioni, che costeranno all’incirca un milione di lire, e di sviluppare sistemi. Per gli utenti, sostiene Ericsson, BLIP sarà un servizio gratuito.

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Pubblicato il
2 mar 2001
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