Ericsson, per un pugno di MP3 sul cellulare

Ericsson, per un pugno di MP3 sul cellulare

di Carlo Gubitosa. Può persino essere positivo che certi colossi prendano le distanze dal formato MP3, altrimenti si rischia in un futuro vicino di vedersi arrivare a casa la Guardia di Finanza solo per aver usato un telefonino Ericsson
di Carlo Gubitosa. Può persino essere positivo che certi colossi prendano le distanze dal formato MP3, altrimenti si rischia in un futuro vicino di vedersi arrivare a casa la Guardia di Finanza solo per aver usato un telefonino Ericsson


Roma – Tra le novità più interessanti che potranno essere ammirate dal mezzo milione di visitatori previsti per l’edizione 2000 dello Smau, ce n’è una che potrà interessare particolarmente i difensori di Napster e gli appassionati di musica MP3. La Ericsson (www.ericsson.com), nota azienda di telefonia mobile finora conosciuta dal grande pubblico solo per i suoi telefonini, ha deciso di aggiungere un nuovo gadget ai suoi cellulari. Si tratta di un piccolissimo lettore di file MP3, che va collegato ad un cellulare Ericsson di nuova generazione, come ad esempio il modello T28, trasformandolo in un vero e proprio walkman, che interrompe automaticamente la riproduzione della musica all’arrivo di una chiamata telefonica. I file musicali vengono memorizzati su una piccola card di memoria chiamata MultiMedia Card (MMC), e il lettore da attaccare al cellulare è grande più o meno come le piccole tastiere che attualmente possono essere utilizzate con i telefonini Ericsson per inviare gli SMS.

Tutte le informazioni su questo accessorio sono reperibili sul sito della Ericsson, dove è possibile addirittura scaricare alcuni brani musicali.

Il dettaglio più interessante, tuttavia, non è la semplice possibilità di ascoltare gli MP3 col telefonino, ma il modo in cui Ericsson chiede quasi scusa per aver realizzato questo strumento, forse in previsione di una forte reazione da parte della lobby discografica per la sua”legittimazione implicita” degli MP3.

Nel comunicato stampa con cui viene presentato il nuovo accessorio per i cellulari Ericsson, si legge infatti che “il formato digitale audio usato in questo primo prototipo è MP3, cioè quello attualmente disponibile e che garantisce un certo standard qualitativo. E ‘ importante però sottolineare l’attenzione costante di Ericsson nei confronti di un mercato alla ricerca di un accordo per un formato audio che, pur garantendo le migliori prestazioni, si preoccupi di proteggere i diritti di copyrights della musica digitale”.

Quella di Ericsson è una posizione abbastanza curiosa, dal momento che il formato di un file non è necessariamente legato alla violazione del copyright. Sembra di sentire ancora i discorsi del 1994, quando chi aveva un modem era necessariamente un delinquente o un trafficante di software.

L’associazione degli MP3 alla pirateria musicale è ancora più infondata dal momento che la nuova legge italiana sul diritto d’autore, approvata sotto l’ombrellone il 18 agosto del 2000, nonostante abbia introdotto delle misure repressive e illibertarie per la copia di software ad uso personale, ha tuttavia riservato un trattamento differente alla copia di musica, sanzionando, solo “se il fatto è commesso per uso non personale”, la duplicazione, la diffusione e la riproduzione di “un’opera dell’ingegno destinata al circuito televisivo, cinematografico, della vendita o del noleggio, dischi, nastri o supporti analoghi ovvero ogni altro supporto contenente fonogrammi o videogrammi di opere musicali, cinematografiche o audiovisive assimilate o sequenze di immagini in movimento”.

Il tutto è scritto nero su bianco all’articolo 171-ter della legge n.248/2000, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 206 del 4 settembre 2000 e disponibile in rete . Ci aspettiamo che le case discografiche ci diano la “loro” interpretazione di questo articolo, in attesa di un nuovo giro di vite che colpisca anche i “pirati” di musica ad uso personale con gli stessi anni di reclusione che attualmente sono riservati solo a chi decide di copiare per uso strettamente personale un Cd di programmi anziché un Cd di musica.

Nel frattempo può essere perfino positivo che colossi come Ericsson prendano seccamente le distanze dal formato MP3, altrimenti in un futuro non troppo lontano potremmo rischiare di vederci arrivare a casa la Guardia di Finanza solo per aver usato un telefonino Ericsson, che trasformerebbe automaticamente la nostra stanzetta del computer in un covo di pirati musicali.

Carlo Gubitosa

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Pubblicato il
7 ott 2000
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