F è il sito usabile

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I contenuti testuali e grafici vanno impaginati seguendo la forma della lettera F, dicono gli allievi di Jakob Nielsen. Una novità?
I contenuti testuali e grafici vanno impaginati seguendo la forma della lettera F, dicono gli allievi di Jakob Nielsen. Una novità?


Los Angeles (USA) – Gli utenti Internet preferiscono visitare siti web “accessibili” e ricchi d’informazioni se ordinate in blocchi , disposti in ordine di rilevanza: secondo una ricerca condotta dal Nielsen Norman Group , l’ente diretto dal controverso guru del web-design Jakob Nielsen , il “sito perfetto” segue la forma… della lettera F.

Stando ai risultati ottenuti dagli esperti, se si vuole catturare l’attenzione dell’utente le informazioni importanti vanno concentrate nelle prime due righe di una pagina, mentre quelle meno interessanti vanno poste su una colonna laterale che continua più in basso.

Lo studio, condotto analizzando l’ attività oculare di 230 navigatori, ha così messo in luce alcuni aspetti legati alle dinamiche comunicative del web. “Abbiamo avuto modo di capire un po’ di retroscena sul comportamento degli utenti Internet”, sostiene la ricercatrice Kara Pernice Coyne. L’occhio dei navigatori si muove come per scandagliare e fotografare il testo online.

“Le aziende spendono grosse somme di denaro per avere una presenza online”, incalza la Coyne, “ma spesso si dimenticano che i fattori determinanti per la riuscita di un sito web sono l’accessibilità e la chiarezza espositiva”. A volte succede addirittura che “le aziende si dimenticano di valorizzare l’elemento grafico più importante di un sito web”: il logo , quello che nel marketing contribuisce a definire un brand .

Jakob Nielsen rilancia le affermazioni della Coyne e, dati alla mano, conferma ciò che da sempre costituisce il suo mantra : “Meno c’è da leggere, più gli utenti leggono”. Le immagini , dicono gli esperti, sono dannose a patto che non vengano utilizzate per comunicare dati realmente importanti.

Lo studio afferma cose che in molti già dicono da tempo, ad esempio che l’utente è solitamente infastidito dai banner : “molte volte”, ammette la Coyne, le pubblicità più colorate e potenzialmente “attraenti” vengono completamente ignorate e costituiscono un “disturbo all’attenzione del lettore” – specialmente se nel mezzo alla pagina. Con una sola eccezione: i bambini più piccoli sono i più propensi a cadere nella trappola visuale dei banner carichi di grafica accattivante.

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Pubblicato il
29 mar 2006
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