Continua l’attivismo di Greenpeace contro i colossi tecnologici che alimentano i propri data center con elettricità prodotta a partire dal carbone. Questa volta l’organizzazione non-profit se la prende direttamente con Facebook , colpevole di aver avviato la realizzazione di un nuovo centro di elaborazione dati (CED) a Prineville, nell’Oregon.
Il problema è che PacificCorp , la fornitrice di energia elettrica della zona, usa un mix di materiali di produzione che è “sproporzionatamente alimentato dal carbone, la più grande fonte di inquinamento da riscaldamento globale” dice Greenpeace.
Per applicare maggior pressione sul management di Facebook, Greenpeace ha organizzato una campagna per “obbligare” il portalone sociale a “togliere l’amicizia al carbone direttamente sulle pagine del sito . La campagna è andata discretamente raccogliendo l’adesione di più di 500mila persone , e ora il direttore esecutivo di Greenpeace International Kumi Naidoo ha inviato una lettera aperta a Mark Zuckerberg chiedendo un cambio radicale nelle politiche energetiche della corporation .
La risposta di Facebook è affidata a un lungo commento di Barry Schnitt, direttore delle politiche sulla comunicazione, che ribadisce la volontà dell’azienda di “giocare verde” con l’energia elettrica e rassicura sull’ecocompatibilità dei piani futuri di PacificCorp.
Alfonso Maruccia