Il fast fashion fa paura: proteste contro il negozio di SHEIN

Il fast fashion fa paura: proteste contro il negozio di SHEIN

A Parigi, i manifestanti hanno chiesto di revocare il permesso all'apertura del primo negozio fisico del gigante cinese online SHEIN.
Il fast fashion fa paura: proteste contro il negozio di SHEIN
A Parigi, i manifestanti hanno chiesto di revocare il permesso all'apertura del primo negozio fisico del gigante cinese online SHEIN.

All’inizio del mese, il gigante francese BHV ha confermato l’apertura del primo negozio fisico di SHEIN all’interno del proprio centro commerciale di Parigi. L’annuncio ha fatto storcere subito il naso a molti, tra gli addetti ai lavori, spaventati dal fatto che il debutto nel mondo reale del marchio potesse trasformarsi in una sorta di concorrenza sleale. Nel fine settimana, i malumori sono sfociati in proteste.

Clima teso intorno al negozio parigino di SHEIN

Un gruppo di lavoratori ha manifestato chiedendo di revocare l’autorizzazione alla realizzazione del punto vendita. Stando agli accordi siglati, il gigante del fast fashion online dovrebbe inaugurarlo già a novembre, al settimo piano dell’edificio (l’immagine di copertina è una rappresentazione creata dall’AI).

Dalla parte di chi protesta c’è anche Anne Hidalgo, sindaco della capitale francese, che ha già espresso la sua preoccupazione per l’iniziativa, sostenendo che va contro la volontà di promuovere un commercio locale sostenibile.

La replica non si è fatta attendere. Société des Grands Magasins, gruppo che controlla i centri commerciali BHV, ha deciso di tirare dritto per la propria strada, senza prendere in considerazione il punto di vista di chi è in disaccordo.

Siamo convinti che questa partnership sia vantaggiosa per il gruppo e per i suoi dipendenti.

Una visione condivisa anche dal portavoce di SHEIN interpellato da Reuters. La società, fondata nel 2012 e con sede in Cina, ha conquistato in breve tempo una fetta importante del mercato online grazie a una politica incentrata su prezzi estremamente ridotti.

I capi d’abbigliamento economici sono spediti dalle fabbriche direttamente ai clienti, evitando così le spese legate allo stoccaggio e agli intermediari della logistica, una dinamica che sarebbe comunque da rivedere con la gestione di un negozio fisico. Il modello di business è finito più volte nel mirino delle autorità, anche italiane, talvolta per le strategie di marketing adottate.

Fonte: Reuters
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Pubblicato il
14 ott 2025
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