L’FBI, in collaborazione con un gruppo di ricercatori e scienziati dell’agenzia governativa NIST (National Institute of Standards and Technology), sta mettendo a punto una nuova tecnologia in grado di tracciare il profilo socio-psicologico di un individuo analizzando ciò che è tatuato sul suo corpo. Il progetto, scoperto in seguito ad un’ inchiesta dell’Electronic Frontier Foundation (EFF), ha suscitato contrarietà in diversi gruppi che si battono per la tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali, che ora sono letteralmente sul piede di guerra.
L’obiettivo dell’intelligence americana, secondo quanto dichiarato dai suoi portavoce, è quello di fornire alle forze dell’ordine uno strumento di lavoro rapido e snello, capace di riconoscere i tatuaggi e correlare rapidamente l’appartenenza di una persona a bande, organizzazioni religiose, rituali e di ideologia politica. L’algoritmo è stato sviluppato inizialmente sfruttando una banca dati di circa 15.000 immagini che ritraggono detenuti e criminali, immagini che secondo EFF sarebbero state utilizzate all’insaputa dei diretti interessati. Soltanto in un secondo momento, infatti, a sperimentazione conclusa, l’FBI e il NIST avrebbero inoltrato le richieste di autorizzazione all’impiego delle foto ai responsabili di istituti di detenzione e stazioni di polizia.
Nella fattispecie, la problematica sul trattamento non autorizzato dei dati sensibili è ancor più grave perché quelle informazioni sono state diffuse anche a soggetti terzi , 19 per l’esattezza: 5 istituti di ricerca, 6 università e 8 aziende private. Tra questi c’è anche MorphoTrack , uno dei principali fornitori di tecnologie biometriche alle forze dell’ordine americane. Il nome in codice di questa prima fase del progetto è TATT-C , Tattoo Recognition Technology Challenge. Il livello successivo si chiamerà TATT-E , e prevede a breve la formazione di una banca dati allargata che conterà più di 100.000 immagini . A riguardo, EFF persiste nel sostenere che questa sperimentazione raccoglie in modo indiscriminato e fuori controllo dati sensibili senza il consenso dei rispettivi titolari. Non solo. La correlazione tra tatuaggi eappartenenza a determinati gruppi sociali, l’etichettatura della persona sarebbe anche lesiva della libertà personale e della libertà di espressione dell’individuo.
E c’è di più. Nonostante l’FBI e il NIST sostengano il contrario, secondo EFF non sono state adottate le opportune precauzioni durante la conduzione della prima fase del progetto, perché dalle foto dei tatuaggi incluse nella banca dati sarebbe facile risalire ai dati personali dei soggetti ritratti : volto, nome e cognome, data di nascita e così via.
La questione, poi, è tanto più delicata ove si consideri che profilare una persona in base al simbolo che decide di tatuarsi sulla pelle rischia di diventare un precedente pericoloso all’interno di un ordinamento che, a detta di molti, di fatto già discrimina le persone in base al colore della pelle e dell’appartenenza religiosa. “Il NIST ha lasciato intendere che esaminerà l’intera questione più da vicino ma non ha fornito informazioni su possibili ritardi o sulla soppressione del progetto”, ha riferito EFF.
Luca Barbieri