Fibrillazioni: l'Europa s'allunga sulla banda larga

Fibrillazioni: l'Europa s'allunga sulla banda larga

Viviane Reding ha già indossato l'armatura e sventola dinanzi a sé il vessillo dell'Europa foriera di innovazione. I paesi che non puntano sulla banda larga assaggeranno la punta della sua spada
Viviane Reding ha già indossato l'armatura e sventola dinanzi a sé il vessillo dell'Europa foriera di innovazione. I paesi che non puntano sulla banda larga assaggeranno la punta della sua spada

Bruxelles – I vessati consumatori italiani hanno di lei la più alta opinione ed ora Viviane Reding , commissario europeo d’assalto, minaccia di sventolare di nuovo la bandiera del controllo delle tariffe su tutta l’Europa. Sull’Europa, anzi, dei 27, i paesi nei quali il broad band divide si allarga anziché ridursi.

È delle scorse ore l’annuncio o, meglio, l’ avvertimento della Reding ai paesi che la banda larga sembrano proprio non volerla spingere: o vi date una mossa, e dimostrate subito di prendere sul serio il problema, oppure l’Unione calerà con le sue truppe e i suoi controlli anche sui vostri mercati interni della telefonia.

La situazione peraltro è al limite, secondo Reding. Nella sua ottica è infatti intollerabile che la banda larga diventi un fatto epidemico nel Regno Unito mentre in Bulgaria non si dimostri all’altezza di un raffreddore qualsiasi: la diffusione in quel paese di accessi broad band appare ridicola secondo gli standard europei e, soprattutto, ed è questo che fa suonare l’allarme a Bruxelles, quel gap si sta allargando. Come a dire che le politiche adottate fin qui fanno acqua e, guarda un po’, i paesi più sviluppati continuano a correre di più .

“È inaccettabile – ha dichiarato Reding – che il divario tra i paesi più avanzati e quelli che lo sono meno in Europa stia crescendo. L’Europa deve agire subito per far sì che l’intero settore della banda larga proceda in modo ordinato”.

Gli ostacoli, spiega il vivace Commissario europeo, sono sempre quelli: paesi che non riescono ancora a liberalizzare il settore delle TLC, ecosistemi economici che non riescono a superare l’oligopolio telefonico o, peggio, il semi-monopolio, nazioni assoggettate ancora al volere di operatori dominanti che non devono rispondere a nessuno. Eppure oggi si trovano nell’Unione Europea che, dopo quanto accaduto con le tariffe di roaming in Europa (e la faccenda delle ricariche in Italia), ha dimostrato proprio grazie alla Reding che non ha alcuna intenzione di rimanere alla finestra a guardare mentre l’ abisso digitale inghiotte le speranze dello sviluppo comunitario.

Reding vede l’intervento regolatorio come l’ ultima spiaggia e le sue osservazioni si pongono quindi come una sorta di ultimatum . D’altra parte che la Commissione e la Commissaria siano sull’orlo di una crisi di nervi è comprensibile se si guardano alcuni dei risultati emersi dall’ultimo rapporto sulla diffusione del broad band pubblicato dagli uffici di Bruxelles.

Uno studio dal quale emerge una continua crescita della banda larga nel Vecchio Continente, con un numero medio di utenti broad band pari al 18,2 per cento della popolazione contro il 14,9 per cento registrato l’anno scorso. Il problema, come accennato, è che se in Danimarca si sfiora il 40 per cento di penetrazione del broad band, in altri paesi come la Bulgaria si è ben al di sotto del 10 per cento. Questo ha un impatto potenzialmente devastante sullo sviluppo di un intero sistema economico che proprio nella banda larga affonda le proprie radici, un nuovo mondo , in un certo senso, nel quale gli ultimi ad arrivare rischiano di pagare un prezzo molto alto, troppo alto secondo la Commissione.

La resa dei conti arriverà presto: il prossimo 13 novembre Reding avanzerà nuove proposte specifiche nel settore all’interno di un pacchetto di riforme del sistema normativo delle TLC europee. Qualche anticipazione il Commissario l’ha già fornita nei giorni scorsi ad Atene .

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Pubblicato il 16 ott 2007
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