File-sharing? Napster? Meglio phone-sharing

File-sharing? Napster? Meglio phone-sharing

La peer-to-peer mania non si ferma. Dopo il file sharing in stile Napster e Gnutella, qualcuno ora pensa a condividere i telefoni di casa! Ma funzionerà?
La peer-to-peer mania non si ferma. Dopo il file sharing in stile Napster e Gnutella, qualcuno ora pensa a condividere i telefoni di casa! Ma funzionerà?


Melville (USA) – Io condivido qualcosa con gli altri e gli altri condividono qualcosa con me. Sembra l’idea del secolo, ed è invece la più vecchia del mondo: solo che oggi da concetto è diventata tecnologia e, grazie ad Internet, di portata mondiale.

Dopo la nascita delle prime reti peer-to-peer (pari a pari) dei software di file sharing come Napster e Gnutella, a qualcuno è venuto in mente che gli stessi concetti si possono applicare ai normali telefoni. E così il progetto Free World Dialup è ora pronto per dare il via ai primi test e mostrare al mondo che dove i servizi gratuiti di free phone sono spesso falliti, il peer-to-peer ce la può fare.

Il funzionamento di questo network, chiamato “Free Telephony over Broadband” (FTOB) si basa sul fatto che ogni membro, che deve necessariamente possedere una connessione a larga banda (xDSL o cavo), acquista per 150$ un router ed un gateway Cisco in grado di convertire il segnale telefonico in pacchetti da inoltrare su Internet. Ogni telefonata diretta verso il numero telefonico appartenente ad una città dove si trovi almeno un membro di questa rete peer-to-peer verrà inoltrata via Internet al gateway del primo utente disponibile, e da qui re-inoltrata al destinatario finale come chiamata locale gratuita.

Pulver.com, l’azienda dietro al progetto, assicura che non c’è trucco e non c’è inganno: le telefonate saranno gratuite sia che si telefoni ad un membro del network sia che si telefoni ad una persona priva addirittura di Internet, l’importante è che in quel distretto urbano via sia almeno un appartenente alla rete FTOB in grado di re-inoltrare, attraverso il kit acquistato, la chiamata locale al destinatario.

Di certo, per funzionare bene la cosa richiede la costituzione di una grande comunità e la disponibilità a condividere la propria linea da parte di ogni utente. Al momento, gli sviluppatori del progetto stanno cercando un modo per eliminare i conflitti che si vengono a creare quando il proprietario della linea telefonica alza la cornetta per telefonare: in questo caso, infatti, l’utente che in quel momento utilizza il mezzo condiviso, viene sganciato senza preavviso. Problema di non poco conto?

Non sono pochi gli analisti che sostengono che questo tipo di peer-to-peer sia poco praticabile, e proprio perché la linea telefonica tradizionale può ospitare solo un utente per volta. Ed è dunque probabile che le compagnie telefoniche, almeno per il momento, dormiranno sonni più tranquilli rispetto alle major discografiche.

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Pubblicato il
2 mar 2001
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