Nuova operazione di polizia contro la diffusione di materiali inediti online, gestiti da releaser che dispongono spesso di prima mano di questi contenuti, destinati poi a circolare sulle reti peer-to-peer di tutto il Mondo. Il blitz ha avuto luogo ad Oulu, in Finlandia ed è stato diretto dalla Procura nazionale contro i gestori di numerosi server, che si ritiene contengano 10 terabyte di file gestiti senza autorizzazione.
Non sembra trattarsi, dunque, di una operazione contro il P2P ma contro un distributore di contenuti protetti da diritto d’autore, una modalità di condivisione che per molti versi sorprende in epoca di tecnologie di peering ma che, a detta degli investigatori, o meglio secondo IFPI che per prima ha riportato la notizia, era frequentata da numerosi utenti.
La Federazione dei fonografici asserisce che i tre gestori sono stati arrestati con l’accusa di violazione massiva del diritto d’autore, il che in Finlandia può tradursi nel peggiore dei casi in due anni di carcere.
Non si tratta di un blitz casuale. Arriva infatti dopo le denunce del CIAPC , associazione finlandese che raccoglie produttori, autori e divisioni locali di major dell’industria dell’intrattenimento. Proprio il CIAPC, nel descrivere il network appena chiuso dalle autorità, parla di top site . “Questi top site – ha dichiarato Antti Kotilainen, direttore dell’associazione – pongono in condivisione film, musica, videogiochi e software. Ogni sito si specializza nella pubblicazione di particolari materiali, come animazione, film finlandesi o videogiochi appena rilasciati sul mercato”.
Anche IFPI fa girare una propria definizione di top site: “Si tratta di server Internet generalmente molto performanti e segreti, dove file ottenuti illegalmente, inclusi nuovi film, musica, giochi e software, vengono caricati dai cosiddetti release group . Si ritiene che vi siano poche centinaia top site in tutto il Mondo. Sono altamente organizzati, con una struttura di gestione gerarchica e particolari procedure di sicurezza”. Secondo Kotilainen si tratta “del top assoluto della pirateria Internet, la cui attività consente la condivisione di milioni di file illegali”.
La strategia del CIAPC, dunque, si allinea a quella seguita negli ultimi tempi dalle major, che con sempre maggiore frequenza prendono di mira i cosiddetti first releaser e gli ambienti che frequentano. Solo qualche settimana fa, come ricorderanno i lettori di Punto Informatico , fu preso nella morsa dell’antipirateria persino OiNK , ritenuto in rete uno degli ambienti di condivisione più “ricchi” di materiali non autorizzati di “prima scelta”, spesso provenienti direttamente da studi di registrazione e fonti “insospettabili”.
Il boss della divisione antipirateria di IFPI Jeremy Banks in queste ore non fa che ripetere il solito ritornello, quello secondo cui il blitz finlandese manda un messaggio chiaro ai gestori di certi server che pensano di rimanere anonimi: “Sarete catturati”. Ma è certo che è tutta l’industria ad applaudire con sollievo all’indagine condotta dalle autorità finlandesi. Il braccio europeo dell’antipirateria hollywoodiana di MPA, per bocca del suo vicepresidente Halli Kristinsson, ha fatto sapere di ritenere particolarmente rilevante la collaborazione, in un caso del genere, tra industrie diverse : “Queste operazioni dimostrano che la collaborazione efficiente tra MPA, ISFE, IFPI e BSA ha consentito a che la rete attorno ai top site e ai release group si vada stringendo. Questo blitz non sarà l’ultimo del suo genere”.
Non stupisce, dunque, che anche Business Software Alliance, BSA appunto, l’Alleanza dei produttori di software proprietario, abbia voluto dire la sua. John Wolfe, direttore dell’ Internet Enforcement dell’Alliance, ha dichiarato di “applaudire gli sforzi della polizia finlandese contro questi top site. Individui come quelli che operavano sui server sequestrati contribuiscono alle perdite stellari che la pirateria Internet causa all’industria del software”.
Ma Kristinsson citava anche ISFE, che è la Federazione dell’industria videoludica europea. Anche ISFE ha qualcosa da dire, anzi ce l’ha il suo segretario generale Patrice Charezand, secondo cui “le autorità finlandesi devono essere applaudite per la loro azione decisiva nella protezione dell’industria creativa da coloro che cercano di rubare il risultato finale dei suoi investimenti e della sua innovazione”.
Che l’operazione finlandese riesca davvero ad arginare la circolazione di contenuti protetti in rete rimane evidentemente tutto da verificare. I “pirati” sono d’altra parte piuttosto sfacciati nel rivendicare le proprie possibilità di aggiramento di leggi e controlli. Come i gestori di The Pirate Bay che nei giorni scorsi, proprio in seguito alla chiusura di OiNK, avevano annunciato una pronta ospitalità per i releaser rimasti senza casa. Come a dire, cioè, che se qualcuno ha materiali di valore da condividere in barba ai legittimi proprietari, allora potrà continuare a farlo.