Roma – Procede spedita la sequela dei “decessi” che stanno coinvolgendo in questi mesi tutte le maggiori offerte italiane di connettività flat. Con la “morte” di Aruba Flat e di Libero@Sogno, infatti, sembra arrivare a compimento un disegno di rivoluzione della connettività italiana in cui non è stato trovato spazio per un genere di tariffazione adottato con successo all’estero.
A molti utenti (numerosi in queste ore stanno riempiendo la mailbox della redazione di Punto Informatico), rimane l’amaro in bocca. Dopo essere migrati da flat che funzionavano a flat divenute moribonde, da semitruffe a semiflat, ora perdono due degli ultimi “baluardi” dell’accesso a canone forfetario. E questo mentre dall’Autorità TLC non arriva alcun segnale che possa indurre all’ottimismo e dal Ministero delle Comunicazioni non si annuncia alcun provvedimento conseguente alle dichiarazioni del ministro Gasparri che nel recente passato aveva pubblicamente perorato la “causa” delle flat.
Quanto sta accadendo, sostiene qualcuno, è voluto da Telecom Italia. Ma, come affermano altri, se Telecom fa certamente e com’è inevitabile i propri interessi, va senz’altro considerato che non è Telecom Italia a gestire le regole del mercato né a dover promuovere politiche di diffusione di un accesso universale ai costi più bassi.
Come si diceva, dunque, nelle scorse ore Aruba , uno dei maggiori provider italiani che da qualche tempo rivende l’ADSL di VirgilioTIN, ha fatto sapere che proprio Telecom Italia ha imposto una tariffa “illegittimamente pretesa” per questo genere di connettività. Una tariffa che, stando ad Aruba, costringe a cessare il servizio flat.
Nella lettera di Telecom Italia ad Aruba si legge quel che è già noto, cioè che l’Autorità TLC ha approvato l’offerta E@sy Net su numerazione 709 , un’offerta che di fatto consente a Telecom di chiudere Telenet 700, il contratto per la connettività forfetaria che per Aruba è già decaduto lo scorso 3 settembre.
Secondo Aruba, la lettera di Telecom Italia dimostrerebbe che l’ex monopolista avrebbe ignorato gli accordi in essere. Il provider segnala anche, comunque, che “i tentativi di risolvere bonariamente la questione con Telecom Italia non hanno avuto alcun esito.” La nuova tariffazione basata sul 709, come noto, è una tariffa a tempo che al provider è calcolato costi circa 20 lire al minuto per la chiamata di connessione, un costo al quale va però aggiunta la spesa del trasporto e della connettività.
Su Telenet 700 era basata, per Aruba come per altri provider che in passato hanno dovuto chiudere le proprie offerta, anche Aruba Flat che, dunque, cessa di esistere. “Tutti i titolari di abbonamenti Aruba Flat in corso – avverte comunque l’azienda – potranno continuare ad utilizzare il servizio sino alla sua naturale scadenza, salva una eventuale diversa decisione da parte di Telecom Italia che nel caso tuttavia sarà chiamata a rispondere degli ulteriori danni provocati.”
Ma se Aruba ha spiegato attraverso il proprio sito quanto accadeva, Infostrada da un paio di settimane ha chiuso i rubinetti di Libero@Sogno per i nuovi abbonati, senza fare molto rumore e con una vistosa contraddizione sul proprio sito.
Infostrada infatti ancora ieri sera pubblicava una pagina sul proprio sito dai contenuti inequivocabili, che propagandano la semiflat Libero@Sogno come la soluzione ideale: “Potrai navigare quanto vuoi in Internet proprio nelle ore in cui ci si collega più spesso da casa: dalle 18.30 alle 8.00 i giorni feriali (da lunedì a venerdì) e tutto il giorno di sabato, domenica e festivi.” Una pagina linkata da diversi siti online.
L’offerta è in effetti ancora presente sul web di Infostrada ma, come ha confermato a Punto Informatico la sede centrale dell’azienda e come testimoniano molti utenti che hanno provato ad abbonarsi, Libero@Sogno è ufficialmente indisponibile ad attivare nuovi abbonamenti. Va detto che solo da qualche giorno l’offerta su web non è più linkata dalla pagina di Infostrada dedicata alla “internet da casa”; da molto più tempo invece è stata chiusa anche la pagina su Libero.it dedicata all’offerta.
Ad ogni modo è sufficiente digitare Libero@Sogno su un qualsiasi buon motore di ricerca per imbattersi nuovamente nella pubblicità dell’offerta sul sito dell’azienda. E questo anche se Infostrada, senza avvertire nessuno, non accetta più abbonamenti Libero@Sogno dallo scorso 5 novembre. Per il momento, comunque, i “vecchi” utenti del servizio non sembra debbano temere disconnessioni, anche se l’azienda ha scelto di non rendere noti i motivi della chiusura della sua semiflat.