Flat-rate per legge in Gran Bretagna

Flat-rate per legge in Gran Bretagna

A British Telecom viene imposto di offrire ai propri concorrenti accesso senza limiti alla propria rete infrastrutturale. Una decisione che potrebbe cambiare la vita di milioni di utenti internet
A British Telecom viene imposto di offrire ai propri concorrenti accesso senza limiti alla propria rete infrastrutturale. Una decisione che potrebbe cambiare la vita di milioni di utenti internet


Londra – Cosa accadrebbe in Italia se l’operatore telefonico dominante dovesse cedere l’uso delle proprie infrastrutture senza limiti di tempo ai propri concorrenti? Qualcuno se lo deve essere chiesto dopo che si è venuta a conoscere la decisione con cui l’Autorità delle telecomunicazioni britannica ha praticamente obbligato British Telecom a lasciare che gli altri operatori possano offrire la flat-rate ai propri utenti.

In pratica, l’organismo di sorveglianza ha affermato che il colosso britannico deve affittare le proprie linee ai propri competitor senza porre restrizioni al tempo di utilizzo. La conseguenza più importante è che in questo modo tutti gli operatori che sfruttano quelle linee potranno decidere di offrire ai propri utenti un modello americano di accesso, dove non si paga a minuto di connessione ma a canone mensile. Un modello di flat-rate, dunque, che ha appena iniziato a fare la sua comparsa anche in Italia.

Come noto, in Gran Bretagna la stragrande maggioranza degli utenti si connette pagando un tot per ogni minuto di connessione. Secondo le aziende che hanno ricorso contro BT, MCIWorldcom in testa, la compagnia maggiore ha cercato di non affittare le linee “all’ingrosso” ai propri concorrenti prima di essere pronta con la propria offerta flat. In questo senso BT sarebbe incorsa in comportamenti anticompetitivi che hanno contribuito alla decisione dell’ Office of Telecommunications .

Secondo i manager di America Online , che in Gran Bretagna stanno investendo molto, si tratta di una decisione storica “che rappresenta una vittoria per i consumatori, il mercato e il senso comune”.

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Pubblicato il
30 mag 2000
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