Londra – “Sono più interessati ad aumentare il numero dei propri utenti che fornire i servizi promessi agli stessi all’atto della firma contratti di abbonamento”: così la Consumer Association britannica ha attaccato nelle scorse ore i provider del paese per la scarsa qualità dei servizi offerti, dalle freenet alle flat
L’iniziativa dell’associazione dei consumatori va messa in relazione con quella di Freeserve, che ha messo alla porta una serie di utenti perché a suo dire “utilizzavano troppo” la flat-rate, e soprattutto di Free Internet Group, che si prepara a denunciare gli utenti che utilizzano la sua flat per usi commerciali. Secondo la Consumer Association, infatti, questi passi derivano dall’incapacità dei provider di stare dietro alle richieste e alle promesse fatte.
Adam Scorer, boss dell’associazione, ha detto in una intervista che “i provider si sono messi da soli nei guai. Piuttosto che cercare di attirare nuovi clienti per poi dar loro servizi scadenti, ci sarebbe bisogno di una migliore pianificazione, proiezioni realistiche sull’uso dei servizi da parte dei clienti e una pubblicità più trasparente”.
E non si può non notare che quanto sta accadendo in Gran Bretagna ricorda da vicino quanto accade qui da noi, dove freenet e flat-rate sono da tempo nel mirino di un numero sempre più elevato di utenti che si lamentano di servizi spesso scadenti.