New York (USA) – Gli esperti di Forrester ritengono che la risposta delle grandi case cinematografiche alla circolazione non autorizzata di film in rete si debba basare su due azioni: creare un vero mercato legale dei film online e muoversi contro i sistemi di file sharing.
In sé le analisi di Forrester non rappresentano quindi una grande novità, vista la già imponente crociata scatenata contro le più frequentate piattaforme peer-to-peer, ma sono condite dalla convinzione che se non si agisce subito, la tecnologia supererà le capacità di Hollywood di ostacolare la diffusione delle proprie pellicole in rete.
“Il profilo di chi scarica film dalla rete – si legge in un rapporto pubblicato dalla celebre società di ricerca – è simile a quello dei primi scaricatori di musica online, ed è quindi ora di suonare l’allarme”. “Gli studios – affermano gli esperti – devono accelerare sull’offerta ampia di film protetti da sistemi di digital rights management in modo da impedire che siano diffusi in rete senza controllo”.
Secondo Forrester soltanto l’adozione di nuovi e potenti lucchetti può dare filo da torcere alle possibilità messe a disposizione dell’utenza dallo sviluppo di tecnologie come i formati DivX o Xvid, che consentono e facilitano la distribuzione di film compressi in alta qualità. Un pericolo, in prospettiva, per il business di Hollywood che è legato a doppio filo anche alla sempre maggiore popolarità di software come quelli basati su BitTorrent, che permettono il download rapido anche di file di grandi dimensioni.
Gli analisti dell’azienda ritengono che il fenomeno, per quanto riguarda i film, sia ancora all’inizio ma la tendenza è di un aumento rapido: di coloro che hanno già scaricato un film, infatti, almeno uno su tre ha proceduto a scaricarne almeno altri tre negli ultimi tre mesi.
In questo senso è forse curioso per gli esperti delle cose della rete che Forrester dia per certa una relazione diretta tra il download non autorizzato e il possibile calo delle entrate da parte delle major. Visto soprattutto che, in ambito musicale, la diffusione e il successo dei jukebox legali sembra testimoniare che al crescere del P2P non corrisponde necessariamente una contrazione del mercato legale. Secondo un analista di Forrester, Hellen Omwando, la situazione è persino critica: “Si comportano come i primi utilizzatori della musica pirata che hanno portato ad una riduzione delle vendite. E la diffusione della banda larga sta cambiando ulteriormente i comportamenti online”.
Un rapporto, dunque, che non mancherà di stimolare ulteriormente le attività repressive già messe in atto in mezzo mondo dagli studios di Hollywood.
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Anche l' ora si attaccano...
....poveri cristi.AnonimoRe: che se usava un mac
che OO macachiAnonimoEheheheeh
....di sicuro lo spammer non faceva pubblicità a microsoft..........magari pubblicizzava un pinguino vecchio e malato o una mela marcia???AnonimoUna buona idea
Al di fuori delle polemiche mi sembra giustissimo che un'azienda con molti clienti Web come Microsoft dia loro una mano per risolvere l'annosa piaga dello spamming. Per una volta tanto di cappello.AnonimoRe: Una buona idea
Certo che potrebbero fare cose più serie, tipo denunciarsi da soli all'anti-trust...AnonimoRe: Una buona idea
denunciarsi per essere stati bravi a fare qualcosa? MS si sono conquistati quello che hanno e non hanno commesso gli errori di altri (leggere Apple)....quindi il tuo commento e' veramente superfluo e superficiale!AnonimoRe: Una buona idea
- Scritto da: Anonimo> Certo che potrebbero fare cose più> serie, tipo denunciarsi da soli> all'anti-trust...Senza Microsoft molto probabilmente tu non staresti usando un computer e vivremmo in un molto diverso, sicuramente meno informatizzato.Che poi Microsoft ne abbia combinate di tutti i colori è vero, ma i nodi sono venuti al pettine e stanno pagando, giustamente.AnonimoHAHAHA
AnonimoRe: Eheheheeh
- Scritto da: Anonimo> ....di sicuro lo spammer non faceva> pubblicità a> microsoft..........magari pubblicizzava un> pinguino vecchio e malato o una mela> marcia???veramente piu' tempo passa e + vedo finestre rotte....(troll)awerellwvRe: Eheheheeh
e io piu' tempo passa e piu' vedo pinguini morti (tanto fumo e ben poca sostanza)....(apple) foreverAnonimoRe: Una buona idea
- Scritto da: Anonimo> Al di fuori delle polemiche mi sembra> giustissimo che un'azienda con molti clienti> Web come Microsoft dia loro una mano per> risolvere l'annosa piaga dello spamming. Per> una volta tanto di cappello.Odio lo spam + di Maria de Filippi... (e io odio a morte La Filippi) e questa denuncia della MS e' giusta e la approvo in pieno...spero che ne seguano molte di denuncie agli spammer e non solo da MS ma anche da tutti gli altri provider e grandi aziende...awerellwv==> Dancefestival
Questo e' il famoso 'Dancefestival' spammer, collegato all'Associazione di Danza "Tersicore" di Montiano in provincia di Forli'-Cesena, che purtroppo invia spam in ambito internazionale dal 2001 senza che nessuno sia sinora riuscito a fermarlo.Questo spammer e' responsabile, assieme a Telecom Italia che lo lascia operare senza intervenire, di cinque listing SBL attivi:http://www.spamhaus.org/sbl/sbl.lasso?query=SBL10678 http://www.spamhaus.org/sbl/sbl.lasso?query=SBL12008 http://www.spamhaus.org/sbl/sbl.lasso?query=SBL20731 http://www.spamhaus.org/sbl/sbl.lasso?query=SBL22748 http://www.spamhaus.org/sbl/sbl.lasso?query=SBL22749 ==================================Modificato dall'autore il 08/02/2005 15.33.55furioRe: ==> Dancefestival
Si e' vero e inoltre tiscali e dada che sono i suoi due providers non hanno mai fatto nulla nonostante le mie infinite segnalazioniAnonimoRe: ==> Dancefestival
Guarda l'indirizzo che ho trovata in un messaggio di Dancefestival:rossi.whalter@tiscali.itCurioso vero?AnonimoRe: ==> Dancefestival
- Scritto da: Anonimo> > Se sono validi certi presupposti giuridici> è possibile, per chi ne è> vittima, fare ricorso al Garante della> Privacy, se tutto fila liscio potresti anche> ricevere senza tante storie un sicuro> risarcimento per il tempo perso e le spese> affrontate per fare la segnalazione.Lo so bene, di fatto questo meccanismo - ne' altri - e' riuscito a rallentare questo spammer per quattro anni nonostante le sue coordinate e identita' fossero ben visibili, e forse questo dovrebbe essere un motivo di riflessione. La recente moltiplicazione per sei dei diritti di segreteria da pagare al Garante per un ricorso - probabilmente diretta conseguenza dei tagli apportati al budget dell'Authority - non sembra essere un passo nella direzione giusta.furiochissa' perche' solo MS
in tanto MS e' la sola che sta cercando di arginare il problema a 360 gradi. Ma le altre societa' che fanno??!!!AnonimoRe: chissa' perche' solo MS
- Scritto da: Anonimo> in tanto MS e' la sola che sta cercando di> arginare il problema a 360 gradi. Ma le> altre societa' che fanno??!!!e Linux e quelli dell'open source che fanno???AnonimoRe: chissa' perche' solo MS
- Scritto da: Anonimo> > e Linux e quelli dell'open source che> fanno???I fronti tecnici e legali non vanno confusi.Credo che nessuno possa contestare che sul fronte tecnico esistano numerosi contributi fondamentali da parte di progetti basati su lavoro volontario, ognuno dei quali fa la sua parte per ridurre lo spam.Il fronte legale richiede o attivazione "spontanea" da parte di organi istituzionali (che vediamo accadere negli USA ma purtroppo assai raramente in Europa), o aziende con notevoli disponibilita' di risorse economiche che vedono in questa attivita' un ritorno in termini di immagine e di salvaguardia dei propri investimenti e della propria clientela (quest'ultimo e' certamente ad esempio il caso di America On Line).furioGrazie, il tuo commento è in fase di approvazioneGrazie, il tuo commento è stato pubblicatoCommento non inviatoGrazie per esserti iscritto alla nostra newsletterOops, la registrazione alla newsletter non è andata a buon fine. Riprova.Leggi gli altri commentiRedazione 07 02 2005
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