Londra – Hanno lottato in tribunale per salvaguardare il diritto all’anonimato dei propri utenti ma hanno perso. Un’alta corte britannica ha deciso che i siti di Motley Fool e Interactive Investor International, siti finanziari, devono rivelare le identità di chi ha scritto messaggi considerati diffamatori negli spazi dedicati alle discussioni online.
La causa perché l’identità che si nasconde dietro il nickname “Zeddust” venisse svelata l’ha intentata la net-company britannica Totalise, “vittima” di quei commenti. E ha vinto, riuscendo ad ottenere che l’autore dei messaggi, registrato presso i siti per partecipare ai forum, fosse costretto a venire allo scoperto e possa essere formalmente accusato di diffamazione.
Gli osservatori hanno manifestato un grande interesse per la vicenda, perché pone ulteriori limiti alla manifestazione anonima del pensiero su Internet.
Va detto che Motley Fool e Interactive Investor hanno entrambi chiuso l’accesso a Zeddust quando questi ha postato i propri commenti, di fatto “bannando” l’utente e impedendogli di pubblicare altri messaggi. Ciò nonostante, per correttezza verso i propri utenti, si sono rifiutati di fornire il nominativo fino a quando il tribunale, nelle scorse ore, non lo ha imposto.
Il giudice è stato molto deciso nella propria sentenza, affermando che se avesse giudicato a sfavore di Totalise, avrebbe di fatto concesso l’immunità ai commenti diffamatori pubblicati su Internet. Una evenienza che, a quanto pare, non può essere presa in considerazione.