Foto nei motori: scoppia il caso

Foto nei motori: scoppia il caso

Può un motore di ricerca pubblicare fotografie prese dai siti più disparati anche se protette da copyright? Un tribunale americano sta decidendo su un caso che può determinare un precedente serissimo
Può un motore di ricerca pubblicare fotografie prese dai siti più disparati anche se protette da copyright? Un tribunale americano sta decidendo su un caso che può determinare un precedente serissimo


Web (internet) – I principali motori di ricerca online consentono di ricercare, oltre a siti e documenti testuali, anche immagini. Ci sono motori, come Ditto.com specializzati in questa operazione. Ma ora c’è chi solleva dubbi sulla liceità di questa azione, estendendo il problema dalle immagini ai testi, sostenendo che “copiare” le une o gli altri è di fatto una violazione del copyright eventualmente presente su quei materiali.

In particolare, proprio Ditto.com è stato citato in giudizio da alcuni fotografi americani che ritengono lesiva dei propri diritti la pratica secondo cui, cercando con parole chiave un certo oggetto, il motore restituisce all’utente, su proprie pagine, le immagini “copiate” prese dai propri siti. In una decisione pre-verdetto, il tribunale che se ne sta occupando ha affermato che l’uso che Ditto.com fa di quelle immagini rientra nel “fair use”, ma la decisione finale è attesa nei prossimi giorni.

Naturalmente gli esperti di diritto nonché le principali società che sulla ricerca in rete hanno costruito il proprio business, spesso enorme, sono in fibrillazione. I giuristi sostengono che se in tribunale i fotografi dovessero avere la meglio, le implicazioni sarebbero notevolissime e valide per una grande quantità di attività diverse, partendo dai motori che raccolgono testi e immagini per presentarli ai propri utenti per arrivare a qualunque servizio di indicizzazione.

Secondo un docente di legge dell’Università di Los Angeles intervistato da LATimes, John Shepard Wiley, “il problema della copia su internet è da sempre una preoccupazione perché, dopo tutto, internet non è altro che una grandissima macchina fotocopiatrice. Poiché questo è il primo caso che affronta il problema in questo modo, il suo esito darà un chiaro indirizzo”.

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Pubblicato il
22 feb 2000
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