Francia: il P2P verso la legalità

Francia: il P2P verso la legalità

Un emendamento spinge il Parlamento francese verso la visione del P2P di EFF: pagare un piccolo canone per poter usare liberamente i sistemi di scambio
Un emendamento spinge il Parlamento francese verso la visione del P2P di EFF: pagare un piccolo canone per poter usare liberamente i sistemi di scambio


Parigi – Un clamoroso emendamento alla nuova legge sul diritto d’autore che in queste ore si discute in Francia è stata approvato dal ramo basso del Parlamento, un emendamento che prevede la legalità per l’uso da parte di privati cittadini e senza scopo di lucro dei sistemi di condivisione peer-to-peer anche per lo scambio di musica e film.

Perché il giochino funzioni, si prevede l’introduzione di un canone mensile (si parla di una cifra attorno ai 6,5 euro) con il quale gli utenti P2P possano compensare i detentori del diritto d’autore e così garantirsi la possibilità di scambiarsi l’un l’altro qualsiasi genere di contenuto. In particolare l’emendamento prevede una sorta di eccezione al diritto d’autore quando afferma: “Gli autori non possono vietare la riproduzione di opere in qualsiasi formato in un servizio di comunicazione online quando si intende utilizzarle a scopi privati” e senza finialità di lucro.

L’emendamento, che riprende in toto una vecchia proposta di Electronic Frontier Foundation , si muove in diretto contrasto con la volontà del Governo che con la nuova legge intendeva imporre nuove e più severe misure repressive contro gli utenti che si “macchiano” di scambio di file protetti.

Il voto, com’era lecito attendersi, ha scatenato le ire e le perplessità dell’industria. “I deputati – ha dichiarato a Bloomerg Nicola Seydoux, CEO della Gaumont, uno dei principali produttori cinematografici francesi – hanno votato così per dimostrare di essere indipendenti dal Governo, ma non sanno cosa stanno facendo”.

Bernard Miyet, presidente dell’equivalente della SIAE in Francia, la SACEM, ha parlato alla Reuters di una misura “sovietica”, in quanto “si parla di imporre una tariffa calmierata decisa da una commissione senza alcuna relazione con l’economia della musica e del cinema”.

Molti in queste ore gli editori ed artisti, non solo transalpini, che si stanno esprimendo contro l’emendamento . Johnny Hallyday ha dichiarato che “legalizzare il download della musica, dietro un pagamento pressoché nullo, significa uccidere il nostro lavoro”.

Non manca peraltro chi invece sostiene questa novità. La più importante associazione dei consumatori francesi, UFC-Que Choisir , parla dell’emendamento in termini entusiastici, perché darebbe vita “ad una nuova area di libertà, che consente agli utenti internet di accedere alle diversità culturali offrendo al contempo un giusto compenso agli autori”.

Va detto che l’emendamento entra in un complesso passaggio della nuova legge che è, in sostanza, una ratifica della direttiva europea sul diritto d’autore (EUCD) da tempo ratificata dall’Italia. Perché l’emendamento si traduca in legge, però, ci vorrà ancora il voto del Senato e, nel contempo, il Governo ha la possibilità procedurale di poter riaprire il dibattito sull’emendamento alla Camera bassa spingendo per un voto di segno opposto a quello passato oggi. Facoltà che membri dell’esecutivo hanno già dichiarato di voler mettere in campo e che scandirà il dibattito a partire dal 17 gennaio, quando il Parlamento transalpino tornerà a riunirsi dopo la pausa natalizia.

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Pubblicato il
22 dic 2005
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