Freedom Act, Senato USA affossa la riforma anti-tecnocontrollo

Freedom Act, Senato USA affossa la riforma anti-tecnocontrollo

La camera alta del Congresso non approva la proposta di riforma delle intercettazioni a strascico di NSA. I Repubblicani si giustificano: non possiamo dare questo aiuto al terrorismo
La camera alta del Congresso non approva la proposta di riforma delle intercettazioni a strascico di NSA. I Repubblicani si giustificano: non possiamo dare questo aiuto al terrorismo

Il tentativo di mettere un freno all’onnipresente attività di tecno-spionaggio della NSA noto come USA Freedom Act si infrange contro il “patriottismo” del Partito Repubblicano al Senato USA. Facendo con tutta probabilità svanire, per soli due voti, qualsiasi possibilità di riforma nel corso dei prossimi anni.

Il Freedom Act poneva limiti ai poteri di tecnocontrollo di NSA, specificando tra le altre cose la necessità di richiedere formalmente i dati (e i metadati telefonici) su ogni singolo soggetto alle compagnie telefoniche piuttosto che abusare dell’accesso diretto ai database completi di provider e ISP. L’approvazione della proposta di legge avrebbe richiesto almeno 60 voti, ma alla fine l’apparente consenso bipartisan tra democratici e repubblicani al senato si è fermato a 58 voti contro 42. A esprimersi contro il Freedom Act era stato tra gli altri Mitch McConnell, futuro capogruppo di maggioranza dopo la vittoria repubblicana alle elezioni di mid-term del 4 novembre scorso.

Per McConnell la proposta di legge anti-spionaggio avrebbe “peggiorato la situazione” per quel che concerne il contrasto alla guerra terroristica del sedicente Stato Islamico, un contrasto che richiede “politiche intelligenti e ferma determinazione” e quindi necessiterebbe delle intercettazioni a strascico della NSA ora più che mai.

Dopo la batosta in senato, i democratici (come Patrick Leahy) che hanno appoggiato il Freedom Act dicono di non voler gettare la spugna e di voler continuare a lottare “per preservare la nostra Costituzione e i nostri diritti come Americani”. Una speranza forse vana: dal 1 gennaio 2015 entrambe le camere del Congresso saranno a maggioranza repubblicana, una situazione non certamente favorevole all’approvazione di un qualsiasi tentativo di riforma delle attività di spionaggio pervasive della NSA. Caduto nel dimenticatoio anche l’ appello delle grandi aziende americane per l’approvazione del Freedom Act, un appello che nei giorni scorsi si è richiamato alla trasparenza e alla protezione del diritto alle libertà garantite dalla Costituzione USA. Diventa carta straccia il messaggio firmato da (tra gli altri) Microsoft, Yahoo!, Facebook, Aol, Apple, e Google.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
19 nov 2014
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