Fustigato il p2p alla giapponese

Fustigato il p2p alla giapponese

Anche nel paese del Sol Levante l'industria musicale riesce a perseguire legalmente chi ha osato allargare le maglie nel proprio modello di business con l'attivazione di sistemi peer-to-peer
Anche nel paese del Sol Levante l'industria musicale riesce a perseguire legalmente chi ha osato allargare le maglie nel proprio modello di business con l'attivazione di sistemi peer-to-peer


Tokyo (Giappone) – Nei giorni scorsi la versione giapponese del sistema peer-to-peer FileRogue ha subito una grave sconfitta in tribunale ad opera dell’associazione degli industriali della musica nipponici riuniti nella RIAJ . La RIAJ ha ottenuto che MMO, l’azienda che gestisce il servizio, insieme al suo titolare fossero condannati per aver agevolato lo scambio di file musicali protetti dal diritto d’autore.

Nello specifico, un tribunale ha riconosciuto che attivando quel genere di servizio, Michio Matsuda e la sua azienda hanno di fatto violato i copyright dei discografici e dunque dovranno pagare i danni, il cui ammontare deve ancora essere precisato. L’ammontare sarà determinato in base alla constatazione che gli utenti collegati al sistema messo a punto dall’azienda nipponica condividevano mediamente 70mila file in qualsiasi momento.

Va detto che la sentenza appare ancor più un epitaffio per MMO, che già aveva subito una sconfitta in tribunale lo scorso aprile, essendo così obbligata a sospendere i propri servizi.

La decisione del tribunale è stata anche un’occasione per l’associazione internazionale dei discografici, la IFPI , di ribadire che “la pirateria musicale online causa danni sostanziali alle aziende della discografia, agli artisti e agli altri operatori del business della musica”.

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Pubblicato il 3 feb 2003
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