Garante: a scuola tra privacy e trasparenza

Garante: a scuola tra privacy e trasparenza

L'authority tricolore avvisa tutti gli istituti scolastici del Belpaese: nelle graduatorie online o i moduli d'iscrizione vanno inseriti solo dati pertinenti
L'authority tricolore avvisa tutti gli istituti scolastici del Belpaese: nelle graduatorie online o i moduli d'iscrizione vanno inseriti solo dati pertinenti

Nuove linee guida per la tutela della privacy di studenti e personale docente all’avvio dell’anno scolastico 2013-2014, nel pacchetto di raccomandazioni diramato dal Garante per la protezione dei dati personali. Agli istituti scolastici di ogni ordine e grado, l’autorità tricolore ha ribadito l’invito a rispettare alcuni tra i principi stabiliti nei vari provvedimenti adottati negli ultimi anni in materia di trasparenza.

Per quanto concerne graduatorie online e moduli d’iscrizione , i vertici scolastici dovranno pubblicare solo ed esclusivamente dati pertinenti. Il Garante è infatti intervenuto più volte contro quegli illeciti compiuti nella pubblicazione online di graduatorie di vario tipo, “le quali spesso contengono dati personali non pertinenti o eccedenti le finalità istituzionali perseguite”, si legge in un recente comunicato stampa.

Nella pubblicazione su Internet delle graduatorie di docenti e personale amministrativo tecnico e ausiliario (ATA) – che pure devono rimanere pubbliche per il principio di trasparenza – le scuole devono assolutamente evitare l’inserimento di dati personali quali numero di telefono o indirizzi privati dei vari candidati . “Questa illecita diffusione dei contatti personali incrementa, tra l’altro, il rischio di esporre i lavoratori a forme di stalking o a possibili furti di identità”, ha spiegato il Garante.

L’Authority ha infine ricordato che resta attività illecita la pubblicazione sui siti scolastici dei nomi completi degli studenti i cui genitori sono in ritardo nel pagamento della retta o del servizio mensa . “Lo stesso vale per gli studenti che usufruiscono gratuitamente del servizio in quanto appartenenti a famiglie con reddito minimo o a fasce deboli”, ricorda il Garante.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
11 set 2013
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