Roma – Gli utenti lo sperimentano ogni giorno sulla propria pelle e soprattutto sul proprio portafoglio: la connettività in Italia costa ancora molto e collegarsi spesso e per lungo tempo alla rete finisce per avere un peso tutt’altro che indifferente sul bilancio delle famiglie e delle aziende. Ed è questo il senso della denuncia che il GARR-B ha presentato venerdì scorso, in occasione dell’incontro di lancio di Società Internet , divisione italiana di Internet Society. Una denuncia che arriva contestualmente ad una bacchettata contro le tariffe italiane vibrata da Bruxelles.
Secondo Enzo Valente, responsabile di GARR-B, la rete italiana della ricerca, in Italia si paga per la connessione ad internet dieci volte più di quanto non accada negli altri paesi dell’Unione Europea. Un esempio portato da Valente è quello della connettività maltese: collegarsi da Malta agli Stati Uniti costa dieci volte meno di quanto costi connettersi da Malta a Catania…
Valente ha spiegato che siamo dinanzi ad una “anomalia” che ha un effetto devastante sulla società dell’informazione in Italia e sullo sviluppo delle relative attività, con conseguenze pesantissime anche sull’economia.
“Non c’è dubbio – ha spiegato Valente – che un limite importante alla diffusione dei collegamenti internet tra le aziende e tra i consumatori è dato dall’alto costo della connessione di rete. Un dato che ci accomuna a Grecia e Portogallo, ci allontana dagli altri paesi industrializzati della Comunità Europea e potrebbe diventare drammatico con l’introduzione dei moderni servizi di rete”.
Un digital divide italiano, dunque, causato da un mercato, quello delle TLC, che non ha seguito una liberalizzazione efficace. “Le alte tariffe imposte dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni – ha infatti sottolineato Valente – introdotte per evitare che Telecom Italia potesse avvantaggiarsi come ex-monopolista, non hanno favorito in realtà il libero gioco della concorrenza, visto che gli altri operatori si sono adeguati di fatto alle tariffe più alte. Unico rimedio sembra allora essere quello di liberalizzare i costi dei circuiti tra le varie compagnie”.
Sebbene si parli di tariffe in senso ampio, dal gas all’energia, una ulteriore conferma dei problemi della connettività italiana arriva anche da “Riforme strutturali in Italia”, rapporto esaminato in sede europea dal Comitato per la Politica economica dell’Ecofin.
Un Rapporto che striglia l’Italia sostenendo che a causa delle tariffe la connettività internet di famiglie e giovani è al di sotto delle medie registrate negli altri paesi europei. E afferma che se le chiamate urbane costano mediamente meno che nel resto d’Europa (0,25 euro di media in Italia contro gli 0,41 europei), quelle verso gli Stati Uniti e le interurbane costano ancora troppo.