Germania, RapidShare non è responsabile

Germania, RapidShare non è responsabile

Assolto il servizio di hosting, precedentemente condannato per aver ospitato film in violazione del copyright. I file non sono condivisi pubblicamente dalla piattaforma. E imporne la rimozione coatta attenta ai diritti degli utenti
Assolto il servizio di hosting, precedentemente condannato per aver ospitato film in violazione del copyright. I file non sono condivisi pubblicamente dalla piattaforma. E imporne la rimozione coatta attenta ai diritti degli utenti

Lo ha annunciato un breve comunicato apparso sul suo sito ufficiale: RapidShare AG non è responsabile di certi contenuti caricati online dagli utenti . Contenuti illeciti, film ospitati dal servizio di hosting in violazione del copyright.

A stabilirlo , una corte d’appello di Dusseldorf, che ha inoltre sottolineato come RapidShare non metta i vari file in condivisione pubblica , lasciando esclusivamente ai suoi utenti il controllo degli upload effettuati. Ciò scagionerebbe a dire della corte il servizio di hosting, non condannabile a seguito di violazioni commesse dalla comunità dei suoi utenti.

È stata così ribaltata una precedente sentenza da parte di un altro tribunale della città tedesca, che aveva emesso un’ingiunzione contro RapidShare, obbligandolo a rastrellare file e indirizzi IP in modo da prevenire le violazioni . Il servizio era stato trascinato in aula da Capelight Pictures , dopo che alcuni suoi film erano stati caricati illegalmente online.

Ma – sempre secondo la corte d’appello di Dusseldorf – una grossa fetta di utenti di RapidShare utilizza attualmente il servizio per scopi perfettamente leciti. Intraprendere misure preventive come quelle suggerite dalla precedente ingiunzione si trasformerebbe in una violazione delle leggi tedesche sull’uso legittimo di opere dell’ingegno come un film.

E il giudice d’appello ha inoltre respinto le precedenti richieste da parte dei legali di Capelight Pictures : ovvero la rimozione coatta di file compressi. Questo sarebbe impensabile, dal momento che l’utilizzo del formato di compressione non rivela alcunché sulla natura delle opere caricate.

“Questa decisione mostra quanto i vari tentativi di denunciare il nostro modello di business saranno infruttuosi nel lungo periodo – ha spiegato l’entusiasta Christian Schmid, fondatore di RapidShare – Con il suo modello di hosting con un click, RapidShare risponde ai legittimi interessi dei suoi utenti e continuerà certamente a farlo nel prossimo futuro”.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
5 mag 2010
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