Giappone, kill Intel

Giappone, kill Intel

Sfoderata la katana per l'assalto al regno incontrastato dell'azienda leader nel mercato dei microprocessori. Si punta tutto su bassi consumi e l'ecologia
Sfoderata la katana per l'assalto al regno incontrastato dell'azienda leader nel mercato dei microprocessori. Si punta tutto su bassi consumi e l'ecologia

Sono passati più di quarant’anni dall’estate in cui venne alla luce Int egrated El ectronics Corporation, nata a Santa Clara da un’idea di Gordon Moore e Robert Noyce con un destino già segnato: diventare, con il più breve nome di Intel, la più grande azienda nel mercato globale dei microprocessori. Quattro decadi di potere, con l’80 per cento del mercato controllato e un’ultima trimestrale che le ha prospettato vendite per 9,2 miliardi di dollari. Il Sol Levante, tuttavia, pare non farcela più a sopportare quest’egemonia e per questo avrebbe preparato un preciso piano di contrattacco .

Fujitsu, Renesas, NEC, Canon, Panasonic, Hitachi sono tra le aziende samurai che hanno deciso di mettere insieme le proprie forze tecnologiche e produttive per arrivare a sviluppare una CPU tutta giapponese , alternativa all’x86 di casa Intel. Stando alle dichiarazioni di sfida, ognuno degli agguerriti rivali creerà all’inizio un proprio prototipo, con l’intento ultimo di giungere ad un modello finale che dovrebbe essere alimentato da energia solare.

Uno standard alternativo, dunque, con il preciso compito di penetrare un mercato considerato troppo chiuso in ingresso, con un solo shogun a difendere un territorio gigantesco. I samurai dell’IT hanno dichiarato che la nuova CPU sarà utilizzata da elettronica di consumo, server e robot e che avrà un’impronta verde, con consumi energetici del 30 per cento inferiori a quelli abituali .

Sul risparmio energetico aveva già insistito Transmeta, la corporation tecnologica che aveva sfidato Intel e AMD con i suoi processori Crusoe , costretta in seguito a diventare costola di Novafora dopo evidenti crisi di liquidità. La stessa VIA, esponente taiwanese del panorama microprocessori, negli ultimi mesi ha fatto perdere le proprie tracce sui radar di consumatori e osservatori.

Non sembrano, invece, intenzionati a badare a spese in Giappone, con il Ministero dell’Economia e dell’Industria pronto a sostenere il progetto di Fujitsu e sorelle con non meno di 33-43 milioni di dollari. Il traguardo è fissato per la fine del 2012.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
7 set 2009
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