Gigabyte I-Ram

Gigabyte I-Ram

Il dispositivo Gigabyte permette di collegare 4 banchi di RAM come un hard disk SATA. Periferica rivoluzionaria o pura prova di stile?
Il dispositivo Gigabyte permette di collegare 4 banchi di RAM come un hard disk SATA. Periferica rivoluzionaria o pura prova di stile?

Molte componenti dei computer moderni si sono evolute nel tempo raggiungendo velocità impensabili, ma abbiamo da decenni componenti come hard disk e CD-ROM che fanno da “freno” ai nostri personal computer.

Una soluzione è rappresentata dai dischi allo stato solido, ossia dispositivi di storage che memorizzano i dati unicamente su chip di memoria. Non stiamo parlando delle tanto diffuse penne USB, o dispositivi basati comunque su memorie di tipo flash, perchè i tempi per la scrittura o la lettura sono ancora proibitivi.

Nel caso degli hard disk a stato solido, prodotti ad esempio da Solid-data ,i tempi di accesso, di scrittura e lettura non dipendono più da un disco che deve cominciare a ruotare, e da una testina meccanica che lo rincorre disperatamente nella ricerca della porzione del file memorizzato, per poi saltare in un’altra zona a recuperare l’eventuale brandello ( alzi la mano chi si ricorda di effettuare il defrag ogni giorno ).

In questi dispositivi le velocità di scrittura e lettura non dipendono da componenti meccaniche, come negli hard disk, ma esclusivamente dalla velocità delle memorie impiegate e ovviamente dal bus che utilizzerà il computer per comunicare con la periferica. La tabella di allocazione file riporta la posizione dei dati scritti in memoria, e considerato l’accesso praticamente immediato (si parla di tempi di attesa dell’ordine del nanosecondo, contro i millisecondi con i quali si misurano quelli degli hard disk tradizionali) alle porzioni del disco, ci possiamo tranquillamente scordare di defrag e di altri espedienti fatti per velocizzare il disco rigido.

Il problema principale con i dischi allo stato solido è sempre stato uno: il prezzo. Che varia dai 1.000 dollari per i dispositivi più “economici” alle centinaia di migliaia di dollari per quelli più capienti. L’altro problema è rappresentato dal fatto che, essendo basati su delle memorie costruite con chip CMOS , hanno bisogno di essere costantemente tenuti sotto carica elettrica, pena la perdita dei dati memorizzati. Problema ovviato attraverso delle batterie che garantiscono la carica in caso di interruzione di corrente, salvo poi tornare a ricaricarsi una volta ripristinata.

Gigabyte I-Ram È per questo motivo che, durante il Computex dello scorso anno, una periferica creata da Gigabyte ha sollevato particolari attenzioni. I-Ram, questo il nome della periferica, consente infatti di ottenere un disco di memoria allo stato solido attraverso un piccolo stratagemma: l’adozione di semplice memoria RAM DDR.

Questo dispositivo presenta infatti quattro slot, destinati ad essere popolati con memoria DDR (DDR400, 333 o 266). La scheda si presenta in formato PCI, e preleva l’alimentazione direttamente dallo slot, convertendola poi da 5 a 2,5 volt per l’alimentazione della RAM. Fa uso di una batteria da 3,7 volt a 1700 mAh per prevenire la perdita dei dati, e secondo Gigabyte dovrebbe bastare per circa 16 ore senza corrente. Un chip FPGA fornito da Xilinx funge da controller di memoria a 64 bit, controller SATA e bridge tra i controller SATA e le memorie stesse.

L’interfaccia SATA utilizzata è quella SATA-I, per un valore teorico di larghezza di banda di 150 MB/s. Tom’s Hardware lamenta che non si sia sfruttato lo standard SATA-II, che avrebbe consentito un transfer rate di 300MB/s.

Test e conclusioni
Come Tom’s fa notare, nonostante sia possibile impiegare banchi di memoria DDR400, la velocità di clock utilizzata dal dispositivo sarà di 100 MHz, per una larghezza di banda teorica fino ad 800 MB/s. Non sono supportati canali multipli, ed è possibile mischiare memorie di tipo e dimensioni differenti, anche se ovviamente non è raccomandato.

Dai testi svolti da Tom’s, l’installazione di Windows su I-Ram ha portato a dei miglioramenti rispetto all’hard disk SATA più veloce del mercato, il Raptor da 74 GB prodotto da Western Digital, e l’avvio del sistema operativo è passato da 35 a 31 secondi. Photoshop ha impiegato 6 secondi ad avviarsi, contro i 9 raggiunti con il Raptor.

I test condotti da AnandTech evidenziano le potenzialità rispetto ad un hard disk classico. I tempi di accesso fanno la vera differenza. Come fa notare sempre Anand, l’utilizzo dell’I-Ram come un supporto per il file di paging è abbastanza inutile, poichè in caso di swap è sempre meglio avere più memoria disponibile al sistema che un hard disk adibito allo swap. Stesso discorso per lo swap file di Photoshop, creato solo in condizioni di esaurimento della memoria fisica.

Nei test di Anandtech, Windows XP Professional si è avviato in soli 9 secondi, contro i 14 di un Raptor da 74 GB. Si suggerisce l’utilizzo di una periferica del genere non solo per la velocità, ma anche per il totale silenzio nella quale opera. Ciò renderebbe questo prodotto ideale per un Home Theater PC, specialmente se abbinato con alimentatori fanless ed una CPU a bassa dissipazione termica, come un Pentium M.

Nei test con giochi, si è rivelato ovviamente più veloce nei caricamenti, ma tutto sommato un gamer potrebbe preferire spendere i soldi necessari all’acquisto di I-Ram e dei banchi di memoria per una scheda video più potente.

Sorprendenti invece i risultati nella copia dei files e archiviazione . Ovviamente queste operazioni sono legate soprattutto alla velocità di I/O, e con dei tempi di accesso nell’ordine dei 50 nanosecondi I-Ram surclassa qualsiasi hard disk meccanico.

In conclusione, possiamo dire che I-Ram è un update interessante che potremmo effettuare al nostro sistema, ma che potrà essere più o meno utile a seconda dell’utilizzo. Con un’installazione di Windows su questo speciale disco assisteremmo ad un’accelerazione generale, mentre potremmo ottenere tempi di caricamento ridotti per alcune applicazioni e migliorie particolarmente evidenti per operazioni di spostamento o archiviazione dei file.

Considerando che il prezzo della periferica (150 dollari) e dei banchi di ram necessari per popolarla con almeno 4 GB (circa 350 dollari), la porta vicino ad una scheda video di fascia alta, o ad un processore Athlon 64 Dual Core, quale sarà la scelta giusta?

Giovanni Fedele

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Pubblicato il 16 set 2005
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