Giuda.com/ Il computer migliora la vita

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Prendetevi un Cynar, è meglio. Dal sito italiano della satira la cronaca di una mattina tra computer, posta elettronica e traffico
Prendetevi un Cynar, è meglio. Dal sito italiano della satira la cronaca di una mattina tra computer, posta elettronica e traffico


Web – La sveglia sbriciola la quiete nella quale godevo il sonno dei giusti, è ora di levarsi. Sorseggio caffè nero bollente, canticchiando Nada da vero demente delle ore sette, mi godo la fluorescenza del VGA antelucano. E ‘ ora di leggere le mail che hanno viaggiato nel cuore delle tenebre per portarmi novità dalla frontiera, ovvero: clicca e vinci una frusta da cucina per uova sado maso, in regalo per te una nuova carta di credito con rimborso comodamente dilazionabile fino alla settima generazione, vieni a visitare l’ultimo baluardo del vero sesso gratis. In una angolo, poco evidente, quasi fischiettante indifferenza, un linkino che dice “israele.com/sette_morti/nuovi_scontri”, non lo cago. Voglio iniziare bene la giornata.

Sereno e informato, sono almeno due anni che mi domando per quale motivo fino a ieri nessuno leggeva nemmeno le controindicazioni dell’aspirina e oggi si sente questo irresistibile bisogno di news in tempo reale? Salto in auto e mi dirigo alla volta dell’ufficio. Il computer che controlla l’accrocco semaforico nevralgico presso il quale perdo regolarmente i secondi di vantaggio acquistati al cambio gomme degli avversari, è ubriaco; in termini non informatici questo si traduce in un’ora di monossido di carbonio e sinfonia per clacson assortiti.

Giunto all’agognata scrivania, procedo ordinatamente a scaricare le mail con gli insulti dei clienti incarogniti, leggo una comunicazione amministrativa su intranet in base alla quale tutti i rimborsi trasferta che mi spettavano verranno devoluti alla ricerca entomologica, spiego per la ventesima volta ad un collega che sommare due celle in Excel non richiede il patentino di manutenzione per le caldaie, lotto una buona mezz’ora con Word per convincerlo che non voglio la data in caratteri cirillici e inizio a lavorare.

A lavorare con un PC: ovvero a totalizzare in otto ore sei riavvii, nove chiusure inaspettate di Explorer, tre cacce al virus che si rivela essere la solita macro di Word portata per la celia e due occhi divenuti inservibili.

Pausa pranzo, merito almeno due chiacchiere sul film più interessante della sera precedente; invece mi tocca sentire il collega dei sistemi che mi racconta come ha “bucato” il router Cisco suonando al citofono, quello del magazzino che preparando le bolle al computer ha spedito nastri pornografici al convento delle carmelitane e “I fioretti di San Gaudenzio” al “Club calde insonnie” e il direttore generale che al telefono mi spiega furibondo che ha mancato l’appuntamento di Milano per colpa del navigatore con la pila scarica.

Finalmente è il momento di tornare a casa, inizia il tempo libero. Con mezz’ora di ritardo, ovviamente, dato che la bollatrice digitale, convinta di essere la reincarnazione del Messia, ci ha raccontato tre parabole prima di farci uscire.

Domani devo assolutamente fare la spesa, non posso più rimandare; anzi, dal momento che il circuito Bancomat è momentaneamente interrotto, rimanderò senza meno. Succhierò le pareti del freezer per bere e lotterò con le formiche per un pezzo di pane risalente al pleistocene.

Che giornataccia; mi rilasserei ascoltando qualche buon CD, se non fosse che la centralina automatica dell’ascensore ha tirato le cuoia tra il terzo e il quarto piano. Ricordo che, ancora pargolo ingenuo ma già curioso, chiesi ad uno zio, massima autorità nel settore in veste di ingegnere, titolo che dava a quel tempo accesso allo scibile umano senza passare dal via, a cosa servissero i computer: “A rendere la vita dell’uomo più facile, meno faticosa, a restituirle la gioia del tempo libero.”
Zio… Ma va a quel paese!

Giuda.com

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Pubblicato il
27 nov 2000
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