Google lancia Agent Mode di Gemini in Android Studio gratis, ma...

Google lancia Agent Mode di Gemini in Android Studio gratis, ma...

Google presenta Agent Mode per gli sviluppatori, ma la versione gratuita è limitata, le funzionalità complete solo a pagamento.
Google lancia Agent Mode di Gemini in Android Studio gratis, ma...
Google presenta Agent Mode per gli sviluppatori, ma la versione gratuita è limitata, le funzionalità complete solo a pagamento.

Google ha appena lanciato l’Agent Mode di Gemini su Android Studio. È un assistente AI che promette di rivoluzionare il coding gestendo compiti complessi su più file contemporaneamente. Sembra il sogno di ogni sviluppatore, ma c’è un piccolo dettaglio che Google ha menzionato quasi di sfuggita. La versione gratuita è limitata, e per sbloccare il vero potenziale bisogna pagare.

Agent Mode sbarca su Android Studio gratis per sviluppatori (ma non troppo)

Gli utenti gratuiti avranno accesso all’Agent Mode, ma con una lunghezza di contesto drasticamente ridotta. Per sbloccare il vero potenziale con una finestra di contesto da 1 milione di token, si deve fornire la propria API key di Gemini collegata a un progetto Google Cloud Platform a pagamento.

Durante il rilascio Canary, gli sviluppatori hanno accolto con favore l’Agent Mode, secondo Google. E non c’è da sorprendersi. Quando un tool può gestire compiti multi-file complessi, diventa rapidamente indispensabile. È lì che scatta la trappola psicologica, una volta che ci si abitua a lavorare con l’AI, tornare indietro è difficile.

Ma Google non si ferma alla monetizzazione dell’AI. Ha introdotto una nuova politica per la compatibilità dei servizi. Le funzionalità che dipendono dai servizi Google Cloud sono supportate solo per un anno. Dopo di che, si deve aggiornare l’IDE per mantenere l’accesso.

L’ecosistema di Google che si autoalimenta

Questa strategia non è frutto del caso (come mai potrebbe esserlo?). È progettata per tenere gli sviluppatori incollati all’ecosistema Google. Ogni nuova funzionalità di Android Studio spinge verso una maggiore dipendenza dall’IDE di Google, rendendo sempre più difficile usare strumenti concorrenti.

Google sa che gli sviluppatori moderni non possono permettersi di rimanere indietro nella corsa all’AI. Sa che la paura di essere superati dai colleghi che usano strumenti AI li spingerà a pagare, anche se a malincuore.

Fonte: Android
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Pubblicato il
1 ago 2025
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