Google, carnevale in India

Google, carnevale in India

BigG alla scoperta di una provincia del paese asiatico. Gli abitanti potranno conoscere Internet grazie a BigG. Filantropia o investimento?
BigG alla scoperta di una provincia del paese asiatico. Gli abitanti potranno conoscere Internet grazie a BigG. Filantropia o investimento?

Il logo dell’azienda di Mountain View sulla fiancata di una qualsiasi vettura è subito associato all’opera di Google StreetView, eppure se il mezzo attraversa le strade dell’India il suo obiettivo potrebbe essere ben diverso. Il progetto Internet Bus vuole far conoscere la Rete e i suoi benefici alle tantissime persone ancora escluse da questi vantaggi che vivono nel paese asiatico.

Un caravan sormontato da una antenna satellitare per il collegamento è partito da Chennai il 3 di questo mese, e sta procedendo a zig-zag nello stato sudorientale del Tamil Nadu facendo tappa in quindici città nell’arco di 45 giorni, con fine corsa a Tiruvannamalai. L’esperienza proposta, neanche a dirlo tutta incentrata attorno ai servizi della grande G, copre informazione, comunicazione, intrattenimento e istruzione. La fiducia di Google nel progetto traspare dalle parole di Prasad Ram , capo del locale ufficio Ricerca & Sviluppo, convinto che “Chi provi il Web anche solo per poco tempo non vorrà più rinunciarvi”.

Ai visitatori del pullmino vengono mostrati filmati istruttivi di ragazzi e anziani intenti a comunicare con parenti all’estero, viene mostrato come trovare supporto allo studio od opportunità d’impiego tramite gli onnipresenti Google Mail, YouTube, Google Search. Non mancano poi tutorial su come navigare da telefonino, riservati ai molti che non possiedono un PC. I video , sullo stile delle pubblicità degli home computer anni ’80 (persino il doppiatore è lo stesso), sono inframezzati da commediole leggere e didascaliche con parenti luddisti e tecnofobi convertiti da giovani maghi del computer, e si avvalgono di famosi attori del luogo quali testimonial.

I messaggi su cui insistono maggiormente sono l’accessibilità anche nel proprio idioma (tra la Babele di lingue del subcontinente) e l’immediatezza nel trovare le informazioni desiderate, argomento di sicura presa in una realtà dove il sovraffollamento di un miliardo di individui porta a calca certa in biblioteche, biglietterie, bacheche scolastiche, ovunque ci sia scambio o fruizione di informazioni.

Prem Ramaswami , project manager dell’azienda di Mountain View, considera l’esperimento pilota per l’eventuale replica anche in altri stati indiani e si ripromette di condividere col governo i risultati di questo primo tentativo . L’India conta, dati del 2007 , su una presenza online di ottanta milioni dei suoi abitanti: una briciola se paragonata al totale della popolazione. Il feedback di una ricerca così vicina alla gente non potrà che aiutare l’ingresso di altre fette importanti della popolazione in Rete.

A voler essere pedanti l’idea del gigante del search, pur meritevole, non è del tutto originale: aveva già lanciato un’iniziativa simile in Tunisia tra il 2000 e il 2006, denominata “7 Novembre”, con un autobus fornito di tredici postazioni collegate in wireless ad una velocità di 11 mega proprio per dare accesso online a tutti i segmenti della società, anche quelli dislocati in aree rurali e remote con una particolare attenzione a scuole elementari, istituti tecnici e università.

Fabrizio Bartoloni

I precedenti interventi di F.B. sono disponibili a questo indirizzo

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Pubblicato il
9 feb 2009
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