Google e Microsoft giocano dentro e fuori dagli schermi

Google e Microsoft giocano dentro e fuori dagli schermi

Mountain View starebbe lavorando alla versione "da salotto" di Project Ara, mentre Redmond presenta una versione riveduta e corretta della tecnologia immersiva Illumiroom. Che costerà tanto, troppo per gli utenti mainstream
Mountain View starebbe lavorando alla versione "da salotto" di Project Ara, mentre Redmond presenta una versione riveduta e corretta della tecnologia immersiva Illumiroom. Che costerà tanto, troppo per gli utenti mainstream

Schermi enormi, da assemblare a proprio piacimento, e pareti che immergono il videogiocatore in uno scenario ricostruito nell’intimità domestica: se i laboratori Google X sono ora al lavoro su un display modulare che si assembla a partire da display di dimensioni ridotte, Microsoft pensa oltre al display.

Le indiscrezioni diffuse dal Wall Street Journal parlano di una tecnologia di schermi su “larga scala”, schermi senza cornice che è possibile assemblare l’uno accanto (o sopra e sotto) all’altro per dare vita a pannelli di grandi dimensioni e di forme diverse – molto più grandi dei megaschermi attuali e dalle forme potenzialmente non conformi al tradizionale formato rettangolare dei TV-set 16:9. Le immagini visualizzate sul display così formato verrebbero gestite senza alcuna pausa o incertezza nella transizione da un forma all’altra.

Certo non sarebbe la prima volta che Google sperimenta con i dispositivi modulari e magari raggiunge risultati quasi commercializzabili come Project Ara dimostra , anche se nel caso del display modulare sembra che gli ingegneri di Mountain View (guidati da Mary Lou Jepsen, già responsabile del progetto One Laptop Per Child) siano ancora nel pieno della fase progettuale.

Chi invece dagli schermi vuole uscire è Microsoft con il suo RoomAlive, progetto di realtà e videogioco aumentati che prende le mosse dal già presentato Illumiroom e ne estende il concetto alle 4 pareti di una stanza presa nella sua interezza.

Laddove Illumiroom allargava i confini del mondo videoludico oltre i confini del televisore per occupare l’intera parete di fronte all’osservatore, infatti, RoomAlive fa uso di una serie di videocamere (ciascuna con sensore Kinect e unità computazionale indipendente) montate in alto e usate per proiettare immagini interattive sulle pareti .

Il setup di RoomAlive è facilitato dal fatto che le videocamere sono in gradi di calibrarsi da sole, spiega Microsoft, mentre il prezzo – una volta che il progetto sarà uscito dalla fase sperimentale – sarà prevedibilmente un po’ troppo alto per il consumatore mainstream medio.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
6 ott 2014
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