Roma – A pochi giorni da un clamoroso spam che ha toccato una quantità enorme di utenti internet italiani sono ancora in molti a scrivere a Punto Informatico per chiedere chiarimenti sulla bufala del Google-Virus. Un clamoroso messaggio, apparentemente inviato da IOL ai propri utenti, ha lanciato affermazioni risibili per i più smaliziati, ma senz’altro inquietanti per i neofiti di internet e delle tecnologie.
Questo il messaggio finito nelle caselle email degli utenti italiani:
LE INSIDIE DELLA “NEW ECONOMY”
VIRUS INFORMATICO COLPISCE TUTTI I VISITATORI DEL FAMOSO MOTORE DI RICERCA GOOGLE
Inquietante scoperta dello staff tecnico addetto alla sicurezza del portale GOOGLE: ignoti pirati informatici sono riusciti ad installare decine di migliaia di Active Internet Content (una sorta di virus) nei servers di GOOGLE che, nel momento stesso in cui l’utente accede alla HOME PAGE, riescono a catturare e spedire verso servers anonimi la posta elettronica archiviata nella cartella “Posta in arrivo” dell’ignaro visitatore, forse per ricavarne indirizzi email per fini pubblicitari.
Poiché i programmi pirata si annidano nei sistemi operativi dei servers, la loro rimozione comporterebbe settimane di laboriose installazioni e riconfigurazioni, durante le quali il portale resterebbe off-line per diverse ore al giorno, con ingenti perdite nelle sponsorizzazioni. Si sta quindi cercando di realizzare urgentemente una patch per riparare i sistemi operativi dei centinaia di servers coinvolti.
Purtroppo le particolari caratteristiche dei subdoli programmi invasivi impediscono la loro rilevazione da parte dei più comuni antivirus e firewall, per cui al momento non esistono difese efficaci dal lato utente.
Chi ha utilizzato GOOGLE negli ultimi 2 mesi, pur avendo rischiato di essere vittima dell’ Active Internet Content non deve fare nulla: il virus si annida solo nei servers, e colpisce i singoli PC degli utenti solo nel corso del collegamento con il sito infetto.
Maggiori informazioni:
http://www.paperwebstore.com/virus.asp
http://www.crt.net.au/etopics/activecontent.htm
http://boston.internet.com/news/article.php/1466341″
Come ben raccontato da attivissimo.net , sul piano tecnico le affermazioni contenute nel messaggio sono prive di fondamento. Ad un’analisi più approfondita è risultato facile ai più esperti capire anche che il mittente del messaggio era falsificato.
Ma è sufficiente cercare la bufala sui newsgroup, usando proprio google.it per la ricerca , per scoprire la viva e diffusa preoccupazione di molti utenti dopo la ricezione di questa insensata email.
E in tanti chiedono in questi giorni come mai la notizia non sia stata smentita, vista l’enorme diffusione che ha avuto. In passato, in presenza di clamorose bufale che le riguardavano direttamente, aziende del calibro di Nokia, Ericsson, Microsoft ed altre hanno sentito la necessità di smentire ufficialmente la veridicità di una notizia circolata in rete.
Punto Informatico ha chiesto a Google cosa pensi della bufala e ieri sera Google ha risposto da un lato spiegando di non essere mai stato fonte di alcun virus informatico e dall’altro che “siamo consapevoli che è in circolazione una voce falsa attribuita a Libero e stiamo lavorando con loro per risalire all’origine di questa informazione fasulla”. Se le due aziende riusciranno a risalire all’identità dell’autore del bufalospam, senz’altro risponderanno ad una pressante curiosità per moltissimi utenti italiani…