Google vuole la pirateria di massa

Google vuole la pirateria di massa

Questa la pesantissima accusa scagliata contro il motore di ricerca da importanti editori di pubblicazioni accademiche: nel mirino il progettone di digitalizzazione dei libri annunciato dalla grande G
Questa la pesantissima accusa scagliata contro il motore di ricerca da importanti editori di pubblicazioni accademiche: nel mirino il progettone di digitalizzazione dei libri annunciato dalla grande G


San Francisco (USA) – Venti di tempesta attorno al progettone con cui Google intende portare in rete una enorme quantità di volumi da alcune delle più prestigiose biblioteche di lingua inglese: alcuni editori americani hanno infatti accusato BigG di voler dar vita ad uno strumento di pirateria di massa.

In una lettera aperta al colosso di Mountain View, i dirigenti dell’ Association of American University Presses , ente che raccoglie editori non profit legati al mondo accademico, l’operazione voluta da Google rappresenta un attacco diretto alle vendite di cui vive questo settore nonché ai diritti d’autore sulle opere in circolazione.

Stando alla lettera ( qui in pdf), il progetto di Google “sembra prevedere una violazione sistematica del diritto d’autore su scala globale”. In realtà la lettera non vuole, almeno a parole, rappresentare una condanna tout-court del progetto di BigG ma propone ai dirigenti di Google una lista di 16 domande “per saperne di più”.

In realtà i dirigenti dell’Association sono preoccupati per quella parte del progetto di Google che riguarda la messa in linea di una serie di fondi librari protetti da diritto d’autore, una pratica che il gigante della ricerca asserisce rientrare nel concetto di “fair use”. “Questo – spiegano quelli dell’Association – rappresenta una violazione ampia e fondamentale del Copyright Act, e questa violazione potrebbe avere un impatto disastroso per i membri dell’Association”.

A preoccupare gli editori accademici anche il fatto che Google abbia già dichiarato di non voler digitalizzare le opere di editori che non vorranno partecipare. “Ma in almeno due casi – scrive l’Association – è stato chiesto di non inserire le opere nel progetto e – al momento – Google non ha eseguito”.

“Google Print for Libraries – conclude la lettera – ha un potenziale enorme ma quel potenziale può essere raggiunto solo se il programma stesso rispetta i diritti d’autore e lo scopo ultimo della legge sul copyright. Non può legittimamente sostenere di farlo nel pubblico interesse, aumentando l’accesso all’informazione, se, per far ciò, mette a rischio i giusti compensi per gli autori nonché la salute finanziaria degli editori non profit”.

L’Association ha chiesto a Google, che per ora non esprime commenti, di rispondere entro il 20 giugno.

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Pubblicato il 25 mag 2005
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