Roma – Lo avevano prefigurato in molti ed è accaduto: Nichi Grauso ha rinunciato ad una parte consistente dei suoi domini “italiani”, quelli con estensione.it. Sul piano tecnico il mancato rinnovo della registrazione ha portato alla “decadenza” dei domini.
L’imprenditore sardo, a suo tempo fondatore di Video On Line, aveva dichiarato a Punto Informatico lo scorso febbraio di aver acquistato in tutto circa mezzo milione di domini, solo una parte dei quali con estensione.it. L’operazione veniva descritta da Grauso come una via ad un sistema di e-commerce fondato sulla “riconoscibilità” dei domini da parte dei consumatori a caccia di beni da acquistare in rete.
A Punto Informatico, Grauso ha ieri dichiarato di aver rinunciato a molti domini.it perché ne risultava sempre più complessa la gestione e di aver abbandonato tutti quelli che si erano dimostrati poco produttivi per l’operazione commerciale. “Questa – ha comunque assicurato Grauso – procede anche con i domini internazionali”. Anche alcuni domini .com sono stati abbandonati dall’imprenditore.
Come si ricorderà l’intera operazione, che ha preso il via dopo la liberalizzazione della registrazione dei domini italiani, aveva suscitato un vespaio di polemiche, perché nelle mani di Grauso erano finiti numerosissimi domini “eccellenti”, alcuni dei quali composti da nome e cognome di noti personaggi, come fu il caso di Stefano Passigli (stefanopassigli.it), all’epoca sottosegretario all’Innovazione.
La registrazione di domini basati su termini che potevano anche essere riferiti a “cognomi” oltre che a “cose”, come ravanelli.it o distefano.it , avevano suscitato un’ondata di indignazione in rete. Lo stesso Grauso aveva successivamente reso disponibili numerosi domini “nomecognome.it” mettendo invece in vendita, attraverso l’azienda Polis da lui controllata, una quantità di altri domini italiani.
In una lettera al Governo ricevuta anche da Punto Informatico, e in replica alle iniziative che lo stesso Passigli tradusse poi in una contestatissima proposta legislativa, Grauso spiegava: “Non ho creato io il problema del paradosso tra Identità nel mondo reale ed Identità nel mondo di Internet… lo ho semplicemente fatto emergere… potrei anche rinunciare al dominio Rossi.it a favore di uno dei circa 300.000 signor Rossi italiani o dei forse 3.000.000 di signor Rossi di tutto il mondo..ma a favore di Quale? e se poi fosse l’Authority a riappropriarsi del dominio Rossi.it, a chi lo darebbe? al più veloce, al più ricco, a quello di sinistra o a quello di destra..? e poi siamo sicuri che Rossi sia un cognome e non il plurale di Rosso? (a proposito,non ho registrato il dominio Rossi.it.).”
L’imprenditore, che non ha mai nascosto il suo intento di far emergere contraddizioni nel sistema dei domini e più in generale nell’approccio ad internet da parte delle istituzioni, insisteva anche che la sua operazione “..è solo la prima (e forse la più facile) delle matasse che Internet proporrà ai Governi e agli uomini non digitali.. Problemi rispetto ai quali i Governi arriveranno sempre dopo, rincorrendoli,..e mai in anticipo”.
Ma, al di là dei domini.it, non è ancora noto il destino delle altre centinaia di migliaia di domini registrati da Grauso in molti paesi esteri e quelli con estensione internazionale.com,.net o.org. Dominioassoluto.net, dominio e sito attraverso cui venivano rivenduti una parte dei domini di Grauso, è da tempo irraggiungibile.
Proprio in questi giorni, intanto, Netcraft ha rilasciato uno studio che indica, per la seconda volta in sei anni, una diminuzione dei domini internet attivi. Secondo Netcraft la motivazione del calo va ricercata proprio nel crollo delle speculazioni legate ai domini.
Per seguire le questioni relative ai domini, è a disposizione il Canale Domini Internet di Punto Informatico.