Grecia, scontro sulle cam nelle strade

Grecia, scontro sulle cam nelle strade

In molti paesi, Italia compresa, la loro diffusione è tale che neppure le autorità sanno quante siano e come spiino i cittadini. In Grecia ora i sistemi CCTV subiscono un drastico stop. Ma il Governo non ci sta
In molti paesi, Italia compresa, la loro diffusione è tale che neppure le autorità sanno quante siano e come spiino i cittadini. In Grecia ora i sistemi CCTV subiscono un drastico stop. Ma il Governo non ci sta


Atene – La capitale greca in queste settimane si rivela il faro di una cultura nuova: il Garante della privacy ellenico ha infatti stabilito che i sistemi di sorveglianza, videoripresa e audioregistrazione, possono essere installati allo scopo esclusivo di controllare il traffico e la congestione delle strade più affollate .

Secondo l’Authority greca, infatti, installare questi sistemi altrove “per qualsiasi altra ragione, è vietato”, compreso l’uso ai fini di portare alla luce “attività illegali”. Il divieto riguarda esplicitamente cam e microfoni in aree pedonali, piazze, entrate dei cinema o dei teatri, strade a bassa intensità di traffico e via dicendo. Non solo niente cam e microfoni, dunque, ma quelle cam che possono essere installate a monitoraggio del traffico devono essere posizionate in modo tale “che non possano videoregistrare l’ingresso di abitazioni”.

Si tratta di una scelta del tutto innovativa , come segnala EDRI , e in assoluta controtendenza rispetto a quanto accade nella maggior parte dei paesi dell’Unione Europea, dove l’installazione di apparati di sorveglianza in luoghi pubblici è ormai routine. Al punto che in alcuni paesi, come l’Italia, non è più nemmeno possibile contare le cam e gli altri apparati di sorveglianza (vedi a questo proposito i risultati dell’inchiesta condotta di recente da Punto Informatico: Italia, quelle sconosciute cam di sorveglianza ).

Inutile dire che il Governo greco, impegnato a lavorare su quelli che ritiene imprescindibili apparati di sicurezza , abbia intenzione di bypassare la scelta del Garante ellenico e abbia già fatto ricorso. Secondo il Governo, la scelta dell’Autorità per la privacy “è incostituzionale, viola la Convenzione europea sui Diritti umani ed è illegale in quanto la sicurezza nazionale e l’ordine pubblico hanno priorità maggiori rispetto alla protezione della privacy”.

Difficile dire come andrà a finire: l’Authority ellenica chiede la rimozione delle cam e dei microfoni ma le autorità di governo non sembrano disponibili. Ad Atene, peraltro, sono già attivi decine di impianti CCTV sulle strade. A decidere dovrà essere il tribunale a cui si è appellato il Governo greco.

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Pubblicato il
4 nov 2005
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