Hamidi può spammare i dipendenti Intel

Hamidi può spammare i dipendenti Intel

L'ex lavoratore dell'azienda può inviare le sue email accusatorie agli attuali dipendenti dell'azienda senza incorrere nell'accusa di spam o di violazione dei server. Si conclude un caso nato anni fa che parla di cyberdiritti e lavoro
L'ex lavoratore dell'azienda può inviare le sue email accusatorie agli attuali dipendenti dell'azienda senza incorrere nell'accusa di spam o di violazione dei server. Si conclude un caso nato anni fa che parla di cyberdiritti e lavoro


Roma – Da sei anni il nome Kourosh Kenneth Hamidi è l’emblema di una lunga faticosa battaglia legale che ha contrapposto l’uomo, un ex dipendente di Intel, al più importante produttore di microprocessori. Una battaglia che ora sembra finita, con una sentenza dell’Alta corte californiana che dà ragione ad Hamidi.

Il caso è presto detto. Dopo il suo licenziamento, Hamidi ha inviato email contenenti dettagliate accuse contro Intel ai dipendenti dell’azienda. Intel ha replicato denunciando Hamidi per abuso e per aver in questo modo violato i propri sistemi informatici.

La tesi di Intel ha ottenuto una prima vittoria nel 2001 ma Hamidi non si è scoraggiato e dopo un ulteriore grado di giudizio sfavorevole, lo scorso aprile ha annunciato un nuovo ricorso che ora ha vinto.

Secondo la Corte Suprema della California, dunque, Hamidi “non ha violato le proprietà di Intel più di quanto non lo possa fare un manifestante che tiene in mano un cartello o che urla attraverso un megafono fuori dal quartiere generale dell’azienda, inviando una lettera o telefonando per lamentarsi delle procedure aziendali”.

Hamidi non ha il diritto di inviare spam, come non ce l’ha nessuno, ha spiegato la Corte, ma secondo i giudici Intel non teme il numero di lettere quanto invece il loro contenuto, che è protetto dal Primo Emendamento sulla libertà di espressione. D’altro canto, ha sottolineato la Corte, Hamidi ha smesso di inviare email a tutti quei dipendenti Intel che gli hanno chiesto di non ricevere più messaggi.

Dopo la sentenza Hamidi ha dichiarato di voler riprendere i suoi invii “alla grande”. Intel ha replicato affermando che valuterà tutte le sue opzioni “nel caso in cui Hamidi riprendesse la sua attività spammatoria contro Intel”. Caso chiuso?

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Pubblicato il
2 lug 2003
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