Hanno bloccato i voyeur dell'assassinio

Hanno bloccato i voyeur dell'assassinio

di Lamberto Assenti. C'è da discutere sulla decisione di un giudice di impedire la diretta web dell'esecuzione capitale di un omicida americano. Ok, è una cosa da voyeur, ma sarebbe servita a scandalizzare. In Italia i banner non bastano
di Lamberto Assenti. C'è da discutere sulla decisione di un giudice di impedire la diretta web dell'esecuzione capitale di un omicida americano. Ok, è una cosa da voyeur, ma sarebbe servita a scandalizzare. In Italia i banner non bastano


Roma – A quanti sarebbe piaciuto vedere in diretta Web il prossimo 16 maggio l’esecuzione di Timothy McVeigh, condannato alla pena capitale perché autore dell’attentato di Oklahoma City? Probabilmente a nessuno, eppure in tanti avremmo pagato quei 2-3 dollari per accedere alla trasmissione, se ce ne fosse stata data l’opportunità.

Pur essendo cosa da voyeur dallo stomaco forte, quello sarebbe stato un evento senza precedenti e avrebbe contribuito a scuotere le coscienze di quella parte del mondo occidentale che si professa civilizzato, che vede nella pena di morte la soluzione di molti mali. Ed è forse per questo, anche senza forse, che il giudice distrettuale di Indianapolis, John Tinder, ha negato alla Entertainment Network il diritto di webtrasmettere l’ennesimo assassinio di stato.

Secondo Tinder, l’azienda non ha il diritto di farlo perché la “copertura” di un evento del genere non rientra nelle protezioni alla libertà di espressione e di informazione previste dal Primo Emendamento della Costituzione americana.

Si potrà obiettare che quelli di Entertainment Network sono degli sporcaccioni, perché diffondono a pagamento in tutto il mondo le immagini di ragazzi e ragazze seminudi segregati in improbabili appartamenti pieni di webcam a forma di spia. Si potrà anche affermare che di fronte ai monitor il 16 maggio ci sarebbero state frotte di pazzi a cui non interessa altro che partecipare morbosamente alla cessazione di una vita. Ma si ha ben poco da obiettare dinanzi allo scandalo che avrebbe suscitato una trasmissione del genere in una società, quella americana, che da qualche tempo dà segni, troppo pochi a dir la verità, di digerire sempre meno volentieri la pena di morte.

A noi che rimane da fare? Punto Informatico pubblica, naturalmente senza averne alcun reddito, i banner per la grande campagna contro la pena di morte sostenuta da Nexta.com, da Nessuno Tocchi Caino e dal grande Oliviero Toscani, ma sappiamo tutti in partenza che i banner da soli non bastano. Perché farlo allora? Perché piano piano le campagne che si sono succedute negli anni qualche effetto lo hanno avuto e non è un caso che gli USA, nel mondo occidentale, su questo fronte siano sempre più isolati. E quella campagna che si svolge anche sulla Rete ha un obiettivo ambizioso: una moratoria internazionale delle esecuzioni per il 2001.

Peccato per quella diretta web, l’avremmo commentata volentieri. E avrebbe aiutato una delle battaglie più nobili dell’umanità.

Lamberto Assenti

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Pubblicato il 21 apr 2001
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