Happy Phone raccoglie cellulari per Caritas

Happy Phone raccoglie cellulari per Caritas

Il Comune di Roma collabora ad un'iniziativa benefica. I telefoni raccolti e ricondizionati saranno rivenduti in alcuni Paesi asiatici. Il ricavato sarà devoluto in beneficenza
Il Comune di Roma collabora ad un'iniziativa benefica. I telefoni raccolti e ricondizionati saranno rivenduti in alcuni Paesi asiatici. Il ricavato sarà devoluto in beneficenza

Cellulari (non più) usati che diventano il primo anello di una filiera benefica. È questa la sostanza dell’iniziativa Happy Phone , un progetto di solidarietà varato dall’associazione Amici della Caritas di Roma con la collaborazione degli assessorati Politiche Sociali e Personale del Comune di Roma , di Poste Italiane ed Eco-Sol.
Gli apparecchi raccolti saranno rivenduti e il ricavato sarà destinato a finanziare l’ Emporio Caritas .

Vari i canali di raccolta previsti dall’iniziativa: Poste Italiane ha già inviato a 300mila nuclei famigliari (nei quartieri di Cinecittà, Montesacro e Nomentano) un’apposita busta pre-affrancata con le istruzioni per l’invio del callulare in disuso. L’assessore al personale Enrico cavallari ha promesso la partecipazione al progetto con il coivolgimento dei 24mila dipendenti comunali, e presso alcuni uffici e sportelli aperti al pubblico sono già stati installati numerosi raccoglitori. L’assessore Sveva Belviso ha inoltre dichiarato l’intenzione di coinvolgere i presidenti dei diciannove municipi, per realizzare una giornata di raccolta in almeno due piazze per ogni municipio.

I cellulari saranno ricondizionati da Eco-Sol e saranno distribuiti per la vendità in alcuni mercati emergenti come Cina, India e Pakistan. L’iniziativa, ha affermato il sindaco Alemanno, “È un bellissimo esempio che lega la solidarietà ai valori ambientali, due tematiche che è necessario che crescano nella cultura della nostra società. È un’iniziativa semplice che da un segnale educativo molto forte” in un contesto globale in cui “Non ci sono più solo le povertà estreme. Quindi c’è bisogno di una rete più articolata in cui protagonista sia la società civile”.

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Pubblicato il
17 ott 2008
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