Hawking, l'orologio, l'insetto

Hawking, l'orologio, l'insetto

Definito l'orologio più strano di sempre, è d'oro e dominato da una enorme cavalletta, insetto che divora il tempo degli umani e che ne scandisce l'inevitabile parabola
Definito l'orologio più strano di sempre, è d'oro e dominato da una enorme cavalletta, insetto che divora il tempo degli umani e che ne scandisce l'inevitabile parabola

Non si parla d’altro in queste ore: il celeberrimo fisico e divulgatore scientifico Stephen Hawking ha presentato venerdì all’Università di Cambridge quello che in rete viene considerato il più “strano” orologio. A motivare questo giudizio la singolare tecnologia su cui si basa e l’ancor più singolare richiamo etologico alla cavalletta.

l'orologio La presenza di Hawking, di ritorno dal CERN, ha dato spolvero internazionale alla creatura di John Taylor, negli anni ’50 studente al Corpus Christi College del celebre ateneo britannico, il cui scopo, ha spiegato venerdì, è stato cercare un modo per continuare a rendere interessante “il tenere traccia del tempo” in quanto “gli orologi con le lancette sono noiosi”.

Dal diametro di quasi 1,5 metri, l’orologio sul quale si muove la mega-cavalletta “mangiatrice del tempo” è realizzato grazie a sei diverse tecnologie brevettate, un affare che ha richiesto cinque anni di lavoro e un milione di sterline, e che Taylor ha donato all’Università. Ora è destinato ad essere piazzato all’esterno della biblioteca del college. Tra le sue caratteristiche più sorprendenti la grande “faccia”, un orologio d’oro a 24 carati.

Si muove come un pendolo, al ritmo del movimento dell’insetto che vi poggia sopra, mentre un complesso sistema di luci, o meglio di tagli luminosi , indica secondi, minuti ed ore che implacabili si susseguono. Un paio di video qui e qui danno un’idea del suo funzionamento: più sotto invece il video YouTube.

“Lo so è terrorizzante, come deve essere – ha dichiarato Taylor – Perché io non vedo il tempo come qualcosa che gioca dalla nostra parte. È qualcosa che mangia ogni minuto della nostra vita, e non appena ne mangia uno già ha l’acquolina in bocca per far fuori quello successivo. Non è sbagliato ricordarlo agli studenti. In realtà non mi sono mai accorto di questo fino a quando non mi sono svegliato in occasione del mio 70esimo compleanno, folgorato all’idea di quanto volevo ancora fare e di quanto poco tempo avessi ancora a disposizione”.

Carpe diem , dunque, afferrare il tempo e farlo proprio, sfruttarlo al meglio per sfuggire alla logica della cavalletta che tutto distrugge.

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Pubblicato il
22 set 2008
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