Hollywood cancella la libertà di link

Hollywood cancella la libertà di link

2600.com pagherà per aver pubblicato link a siti che diffondevano il DeCSS, il programma messo sotto accusa dagli studios. Una sentenza che contraddice una recente vittoria per il DeCSS. L'America vittima del DMCA
2600.com pagherà per aver pubblicato link a siti che diffondevano il DeCSS, il programma messo sotto accusa dagli studios. Una sentenza che contraddice una recente vittoria per il DeCSS. L'America vittima del DMCA


New York (USA) – “Si tratta di una vittoria notevolissima per i produttori di contenuti che vogliono utilizzare la tecnologia per proteggere i propri materiali in formato digitale”. Così Charles Sims, legale di spicco per gli studios di Hollywood, ha commentato una sentenza destinata a far parlare, sentenza che punisce il sito 2600.com per aver pubblicato dei link.

Il caso è quello del DeCSS, programmino ormai diffusissimo in rete che consente di violare facilmente le protezioni CSS poste dall’industria sui contenuti distribuiti su DVD. E 2600.com, il primo sito a pubblicare il DeCSS, costretto a rimuoverlo su ordine di un tribunale, si deve ora preparare ad essere condannato per aver pubblicato dei link ad altri siti che pubblicavano quel codicillo…

Stando alla Corte d’Appello di New York, i danni che potrebbero derivare agli studios di Hollywood dalla diffusione del DeCSS rivestono una importanza superiore alle problematiche relative alla libertà di espressione e di parola che investono il caso. I giudici riconoscono l’esistenza di questo problema ma hanno stabilito che non è sufficiente a giustificare il link su 2600.com verso siti che pubblicano il DeCSS.

La Corte ha deciso all’unanimità di dar torto a 2600.com sostenendo che il “DeCSS consente all’utente di copiare il film in formato digitale e trasmetterlo istantaneamente in quantità potenzialmente infinite, di fatto riducendo le vendite dei produttori cinematografici. L’avvento di internet crea il potenziale per la distribuzione su scala mondiale di materiale copiato”.

La sentenza di New York sembra contraddire completamente l’importante decisione che, nelle scorse settimane, sembrava aver dato al DeCSS la dignità di un’opera dell’ingegno protetta dal Primo Emendamento. In quel caso la Corte aveva stabilito: “Così come il software CSS, il DeCSS è un testo composto di codice sorgente informatico che descrive un metodo alternativo per decrittare DVD cifrati con il CSS. Al di là di chi abbia scritto il programma, DeCSS è un’espressione scritta delle idee e delle informazioni dell’autore sulla decrittazione dei DVD senza CSS. Se il codice sorgente fosse compilato in un oggetto informatico, saremmo d’accordo che la risultante composizione di zeri e di uno non sarebbe pensata per comunicare idee.”

Il conflitto tra le due visioni espresse da due diversi tribunali vede al centro il digital Millennium Copyright Act del 1998, una legge pensata per la protezione del copyright nell’era digitale che di mese in mese si sta rivelando uno dei mezzi più strutturati e pesanti di cui l’industria dispone per mettere sotto controllo quelle funzionalità di internet che confliggono con i propri interessi finanziari.

Il DMCA si sta dimostrando, come hanno ricordato recentemente gli avvocati della EFF (Electronic Frontier Foundation), che si sono schierati con 2600.com anche in questo caso, il più clamoroso errore del Congresso americano in materia di legislazione e internet. Problema da non sottovalutare, naturalmente, è il fatto che il DMCA trovi corrispondenza in molte legislazioni nazionali nel mondo e che gli studios Hollywoodiani abbiano sempre trovato via libera nell'”implementare” le proprie politiche di “sicurezza” anche al di fuori della giurisdizione statunitense.

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Pubblicato il
30 nov 2001
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