Houston, è quasi fatta

Houston, è quasi fatta

Le riparazioni procedono sulla ISS, ma occorreranno quattro attività extra-veicolari per portare a termine il compito. La struttura ora è comunque in grado di tornare a operare normalmente
Le riparazioni procedono sulla ISS, ma occorreranno quattro attività extra-veicolari per portare a termine il compito. La struttura ora è comunque in grado di tornare a operare normalmente

Alla fine c’è voluto il doppio del tempo: invece che due passeggiate spaziali (EVA), gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale ne dovranno affrontare quattro. Ma la buona notizia è che, con un po’ di fortuna e un po’ di intelligenza muscolare , la pompa che aveva smesso di funzionare compromettendo il circuito di raffreddamento della ISS è stata sostituita . Mancano solo gli ultimi dettagli prima di ripristinare il funzionamento dei sistemi, aggiustamenti necessari per rimettere in ordine l’esterno del modulo interessato e prepararlo al meglio per l’arrivo dello Shuttle il prossimo autunno.

Dopo la prima uscita “a vuoto”, quando gli astronauti Wheelock e Caldwell Dyson avevano avuto qualche difficoltà a disconnettere la linea principale del circuito di raffreddamento a causa di una perdita, nel corso della seconda e terza EVA tutto si è svolto per il meglio : con un po’ di energia e un po’ di fortuna, il connettore incriminato che aveva subito una leggera perdita è stato sbloccato , consentendo di avviare le procedure di rimozione e sostituzione della pompa completate con successo nel corso della stessa uscita e nella seguente. All’origine delle difficoltà vi è stato probabilmente un leggero accumulo di ghiaccio di ammoniaca nella filettatura del giunto, la cui origine è difficile da attribuire ma che non ha compromesso in alcun modo l’integrità dei sistemi o l’esito della riparazione.

A rimanere fuori dalle procedure è rimasto in pratica solo l’installazione di un lungo cavo tra due diverse parti della ISS, necessario per l’attracco dello Shuttle in novembre: il dilungarsi delle procedure di ripristino delle parti sostituite (sono stati scollegate e ricollegate quattro linee idrauliche, più una serie di connettori elettrici oltre ovviamente a varie minuterie) dopo oltre 7 ore durante la terza passeggiata, ha suggerito al centro di controllo a terra di procrastinare il resto delle attività a una quarta EVA che potrebbe svolgersi già questa settimana. Se tutto andrà come sperato, le attività scientifiche riprenderanno normalmente a partire da giovedì o al massimo venerdì.

In totale, ci sono volute quasi 23 ore di lavoro con indosso le tute spaziali per portare a termine la riparazione: nel frattempo il raffreddamento dei sistemi è stato portato avanti deviando il circuito principale sul secondario ( loop A su loop B ), ma la mancanza di un sistema perfettamente funzionante ha costretto gli astronauti a “spegnere” gli esperimenti del modulo Columbus (quello dell’ESA) e del modulo giapponese Kibo per evitare surriscaldamenti. In ogni caso, il sistema di supporto vitale viaggia su canali separati da quelli per il raffreddamento delle apparecchiature: la sopravvivenza dei sei astronauti attualmente in orbita non è mai stata messa in discussione , non hanno mai corso un reale pericolo.

Come detto, restano poche operazioni da effettuare prima di poter dichiarare concluse le riparazioni: la pompa rotta e sostituita (che pesa 350 chilogrammi ed è lunga oltre 150 centimetri) non è ancora stata riposta nella sua collocazione finale, occorre stendere un cavo tra due moduli in previsione dell’attracco dello Shuttle, e concludere il ripristino della struttura per riportarla allo stato iniziale. Non sono ancora state chiarite le cause del malfunzionamento , né è detto che sia possibile farlo a distanza (la pompa verrà riportata sulla Terra solo prossimamente dallo Shuttle), ma ciò non impedirà alla ISS di riprendere il suo lavoro a pieno ritmo già da questa settimana.

Nel complesso , si è trattato probabilmente di uno degli incidenti più significativi a cui sia andata incontro la ISS da quando ha preso servizio in orbita: la riparazione è stata resa piuttosto complessa dagli inconvenienti riscontrati , ma non dovrebbe in alcun modo compromettere i piani di lavoro che ormai fissano oltre il 2020 il termine ultimo di dismissione della stazione spaziale. Per portare a termine la costruzione dell’avamposto, ancora in corso, sono previste almeno altre due missioni dello Shuttle, ma ne è già stata messa in preventivo una terza (sempre che gli USA approvino il budget necessario a questo prolungamento dell’attività della navetta prima del malfunzionamento) da svolgersi il prossimo anno.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
17 ago 2010
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