HP svela le memorie nane

HP svela le memorie nane

Gli scienziati di HP hanno compiuto un altro passo avanti verso l'integrazione del silicio con le nanotecnologie, svelando un futuro in cui 1.000 chip potranno stare sulla punta di un ago. Un futuro tutt'altro che lontano
Gli scienziati di HP hanno compiuto un altro passo avanti verso l'integrazione del silicio con le nanotecnologie, svelando un futuro in cui 1.000 chip potranno stare sulla punta di un ago. Un futuro tutt'altro che lontano


Palo Alto (USA) – Hewlett-Packard, uno dei colossi dell’IT più impegnato nello sviluppo dei cosiddetti “nanochip”, ossia circuiti di dimensioni inferiori a 100 nanometri, ha appena annunciato di aver raggiunto un altro importante traguardo nel settore delle nanotecnologie: la produzione di chip di memoria che utilizzano switch basati su molecole.

“Questa è la prima dimostrazione – ha spiegato HP in un comunicato – di come la logica molecolare e i chip di memoria tradizionali possano lavorare assieme sugli stessi circuiti in nanoscala”.

I nuovi circuiti misurano meno di un micron quadrato: questo significa che 1.000 di essi posso comodamente stare sulla punta di un ago. Questi chip possono essere utilizzati per creare memorie per computer di capacità centinaia di volte maggiore a quelle odierne o per potenziare le future generazioni di processori.

La caratteristica più interessante della tecnologia di HP è proprio quella di poter garantire un passaggio “soft” verso l’era delle nanotecnologie e consentire la progressiva integrazione, nei chip basati sul silicio, di componenti molecolari.

Come si è riportato all’inizio dell’anno , HP ha brevettato, insieme all’Università della California, un modo per aggirare uno dei più grossi ostacoli alla creazione di computer molecolari.

La scoperta di HP dà ai ricercatori un mezzo per controllare il flusso di informazioni in questi minuscoli circuiti e integrare in un singolo nanochip, attraverso la sua suddivisione in diverse aree di calcolo indipendenti, uno svariato numero di funzioni.

“Io penso che nel giro di 10 anni avremo certamente un circuito ibrido composto da molecole e silicio”, ha affermato Stanley Williams, lo scienziato di HP che insieme a Kuekes ed a James Heath dell’UCLA stanno lavorando a questo progetto. “Le molecole costituiranno il motore pensante del sistema mentre il silicio sarà il dispositivo di input/output e il fornitore di elettricità”.

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Pubblicato il
10 set 2002
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