Web (internet) – Da più parti, vertice di Davos incluso, si è individuato che la chiave dello sviluppo economico è attraverso Internet. Gli investimenti, con conseguenti brillanti risultati, non sono lesinati: l’economia Usa, in particolare, è tutta tesa in questo senso.
Ma così non è in Italia. E sono tanti gli analisti e addetti del settore comunicazioni e informazione che lanciano il grido d’allarme, che rimane lì, sordo, apparentemente inascoltato, mentre l’economia italiana non fa registrare i numeri dei cugini lontani dell’Ue; numeri che sono anni luce lontani da quelli dei parenti d’Oltreoceano.
L’unica cosa che in Italia si è stati in grado di fare è la nomina di un sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri che, per ora, nelle poche volte che l’abbiamo ascoltato, ci ha più che altro comunicato le preoccupazioni delle Istituzioni per cercare i nuovi strumenti di controllo giuridico, normativo e tecnico di Internet. Mentre, per ora, lo sviluppo è affidato a campagne solidaristiche e pubblicitarie di questa o di quell’altra azienda, che male non fanno, ma sono una goccia rispetto alla sete tecnologica e di comunicazione che arde nelle gole dei nuovi consumatori e dei nuovi utenti.
Sembra quasi che tutti girino intorno al problema senza volerlo affrontare di petto: i costi della comunicazione telefonica, che per l’utente privato rimangono sempre proibitivi se di Internet se ne vuole fare un uso al di là di quello ludico (su cui, comunque, arroghiamo lo stesso il diritto di non essere spennati dal fornitore di accesso telefonico).
Anche per le nuove tecnologie che dovrebbero rendere più fruibile Internet, succede lo stesso. L’associazione degli Internet provider ha lanciato un allarme finora inascoltato: l’unico fornitore di accesso ad Internet con il sistema Adsl -la Telecom- lo sta facendo con costi cinque volte maggiori di quelli medi europei, mentre i macchinari alla bisogna sono costosi e introvabili.
Se non si affronta questo problema (facendolo pagare essenzialmente a Telecom, che detiene le linee che sono state sue grazie al monopolio di cui ha goduto nel passato) tutte le parole dei vari ministri, sottosegretari e autorità, saranno discorsi della domenica ed elettorali. Il bizantinismo delle tariffe fa pari con il loro costo elevato. Saprà l’Autorità Tlc dare un colpo di reni rispetto al ruolo certosino di ragioniere della Telecom che fino ad oggi si è ritagliata?
Vincenzo Donvito, presidente ADUC