Phoenix (USA) – Il voto elettronico è il sogno di alcuni e l’incubo di altri. C’è chi dice che è la strada verso la democrazia elettronica e chi dice che quel tipo di democrazia è pericolosa. Sia come sia, i risultati del voto per le primarie democratiche in Arizona sono di interesse notevolissimo, proprio perché si è utilizzato, per la prima volta in un contesto del genere, il voto elettronico.
Stando agli organizzatori del sistema di suffragio elettronico, le operazioni hanno avuto un grande successo avendo richiamato al voto un numero record di elettori. Non solo, l’80 per cento di coloro che hanno votato ha scelto di utilizzare internet o sistemi di mailing per far arrivare la propria preferenza.
” Emerge chiaramente da questi dati, sostiene il segretario democratico per l’Arizona, Mark Fleisher, che se le operazioni di voto sono comode e veloci, tutti vogliono partecipare. Non diciamo che il voto via internet debba rimpiazzare le votazioni tradizionali; si tratta solo di espandere le possibilità per gli elettori”.
Ad oscurare l’orizzonte non bastano i pochi problemi tecnici riscontrati durante le operazioni, perché, si dice, il sistema ha resistito egregiamente anche a una serie di aggressioni hacker che si sarebbero verificate nel corso delle votazioni. Altri problemi, definiti “minori”, hanno riguardato la poca esperienza con il computer di alcuni elettori che via internet hanno voluto esprimere la propria preferenza.
Il sistema era semplice: per votare occorreva accedere ad un sito particolare, indicare le proprie generalità e il numero identificativo della scheda elettorale. A quel punto, il giorno della votazione, è stato sufficiente per gli elettori collegarsi ad uno dei numerosi siti predisposti e in pochi minuti esprimere il proprio voto.
Secondo Tim Storey, analista della National Conference of State Legislatures , intervistato da CNET, “tutti stiamo cercando dei modi per contrastare la progressiva diminuzione del numero dei cittadini che partecipano alle votazioni. Abbiamo affrontato il problema nel modo giusto”. Storey è anche il fautore di altre operazioni di voto elettronico all’interno del partito Democratico.
Sul versante opposto c’è chi teme che l’e-vote possa essere rischioso e farebbe emergere una serie di problemi, come la discriminazione di fatto verso chi non ha accesso alla rete, come certe minoranze e i poveri. E rimangono valide anche le preoccupazioni in merito alla riservatezza del voto e alla sicurezza del sistema. Secondo Kim Alexander, presidentessa della California Voter Foundation occorre andarci cauti: “il fatto che in Arizona nulla sia andato storto non vuol dire che non ci siano mai problemi”.