Riad (Arabia Saudita) – Negli ultimi sedici mesi la popolazione saudita che ha accesso ad internet è cresciuta del 160 per cento. Cifre “paurose” diffuse dalle autorità del paese, le stesse che hanno organizzato il “sistemone” di controllo e di censura sull’uso che viene fatto della rete da parte di provider e utenti.
Stando al ministro del Commercio saudita, Osama bin Jaafar Faqih, “il regno saudita ora è quinto tra i paesi arabi in termini di velocità di crescita dell’accesso”. Sul numero esatto di utenti non sono state fornite cifre ufficiali, ma due mesi fa la Saudi Telecommunications Company aveva calcolato in 100mila gli utenti sauditi. L’azienda prevede per quest’anno un incremento ancora maggiore della velocità di diffusione della rete.
Ciò che colpisce di quanto accade in Arabia Saudita è l’inarrestabile corsa alla rete nonostante le pesanti restrizioni d’accesso, segno probabilmente che non sempre la censura rallenta la diffusione di internet, anche se “azzoppata”. Come noto, infatti, i provider del paese sono sottoposti a ferree regolamentazioni e, in più, accedono a loro volta alla rete attraverso un “meganodo” nella capitale Riad controllato dal regime monarchico. In questo modo vengono “fatti fuori” i siti non graditi, quelli politici o pornografici, ed è più facile controllare la corrispondenza elettronica dei sudditi?