Ginevra – Niente da fare per Findus. La mamma dei surgelati più famosi non potrà usufruire del dominio www.findus.com. Lo hanno deciso gli arbitri dell’Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale (WIPO) che si occupano da tempo della riassegnazioni dei domini internazionali.
Il WIPO si era mosso su sollecito della stessa Findus , fino a qualche tempo fa azienda del gruppo Nestlé e oggi parte della svedese Sudnif, che aveva chiesto di togliere il dominio.com utilizzato da una coppia di svedesi per promuovere un proprio motore di indirizzi email e siti web personali ( Find Us ).
La decisione del WIPO sembra segnare una inversione di tendenza rispetto a precedenti decisioni, quasi interamente favorevoli alle richieste dell’industria rispetto ai servizi messi in piedi da privati. In questo caso, dunque, i coniugi Lannartsson hanno fatto valere le proprie tesi secondo cui l’espressione “Find us” è del tutto comune nella lingua inglese. I due hanno sostenuto, con successo, che sono decine i siti che sfruttano due o più parole invalse nell’uso comune per i propri servizi e per i domini corrispondenti.
Il WIPO ha insomma riconosciuto ai due la buona fede della registrazione del dominio e non li ha considerati dei “cybersquatter”, ovvero persone che registrano domini corrispondenti a celebri trademark sperando poi di rivenderli a prezzi elevati. A quanto pare la Sudnif, il cui nome è curiosamente “inverso” rispetto a Findus, ha offerto ai due coniugi circa 20 milioni di lire per il dominio ma loro ne hanno chiesti 250 e non sembrano intenzionati a cedere per cifre minori.