I tanti occhi dei voyeur dell'oltremondo

I tanti occhi dei voyeur dell'oltremondo

Si avvia l'implementazione cilena di una particolare tecnologia per i telescopi, che promette la lettura di dettagli dell'Universo mai scoperti sinora: è talmente sensibile da rilevare di quanto cresce un capello umano in un minuto
Si avvia l'implementazione cilena di una particolare tecnologia per i telescopi, che promette la lettura di dettagli dell'Universo mai scoperti sinora: è talmente sensibile da rilevare di quanto cresce un capello umano in un minuto

Cercare luoghi simili alla Terra, altrove, laggiù nelle grandi distanze dell’Universo, nella speranza vi sia qualche forma di vita simile a quella terrestre. Un obbiettivo che da sempre tracima dalle menti degli scienziati, permea l’attività degli osservatori astronomici e fa compiere all’uomo sforzi ciclopici per sapere “se”. Ora si va avviando un progetto non nuovo ma semplice, che potrebbe rivelarsi assai più efficiente dell’ anziano ma potente telescopio Hubble : si chiama nulling interferometry , interferometria ad annullamento .

ricerca Consiste, a tutti gli effetti, nell’unire le forze: tanti piccoli telescopi , distanti tra loro, uniti a formare l’equivalente di un telescopio gigantesco. Le cui capacità possono lasciare senza fiato. Per passare al concreto ed averne un’idea, sottolinea Wired , basti pensare che questa tecnologia – nell’ambito di un progetto chiamato PRIMA – sta per essere aggiunta al Very Large Telescope Interferometer ( VLTI ), una batteria di telescopi situata in Cile, nel deserto di Atacama. Il risultato? Una precisione in grado di valutare una distanza pari alla crescita di un capello umano nell’arco di un minuto: 0,0003 millimetri .

“Il progetto PRIMA rivoluzionerà la scoperta di pianeti extrasolari e la nostra comprensione di altri sistemi solari”, ha detto Fred Kamphues, esperto di telescopi presso TNO . La tecnica che permette tutto ciò, in linea di principio non è per nulla complessa: si tratta di molti piccoli specchi, mossi da speciali attuatori in grado di farli spostare facendo compiere loro movimenti infinitesimali. La luce raccolta da ciascuno di essi viene incanalata in appositi condotti sotterranei, facendo in modo che ogni luce derivante da un astro luminoso, raccolta da ciascuno specchio, “interferisca” con le altre, cancellandola. Per differenza, si potrà rilevare la flebile luce di un pianeta in orbita.

Ma cosa vogliono cercare esattamente gli astronomi, servendosi di questa tecnologia? Risponde Geoff Marcy , un vero e proprio “cacciatore di pianeti” dell’ Università di Berkeley (California): “Null’altro che trovare il primo pianeta simile alla Terra, in orbita intorno ad una stella. (Finora, ndr) non ne abbiamo mai trovato uno”.

A lungo gli States hanno avuto il primato nell’impiego di questa tecnologia, in forma più o meno evoluta. Ne è esempio rappresentativo l’ Osservatorio di Keck nelle Hawaii, in cui il telescopio principale avrebbe dovuto essere affiancato da altri sei telescopi più piccoli, applicando l’interferometria ad annullamento. Il progetto si è però fermato a causa di tagli ai finanziamenti da parte della NASA. Men che meno oggi, con la crisi economica che affligge sia gli States che – di conseguenza – il resto del mondo, è ragionevole pensare alla profusione di ulteriori dobloni. Vorrà dire che – potenza della Rete – per stavolta si potrà assistere via Internet a qualche interessante scoperta in diretta dal Cile.

Marco Valerio Principato

(Fonte immagine qui )

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Pubblicato il
15 ott 2008
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