IBM brama le super RAM

IBM brama le super RAM

Con l'aiuto di Infineon, IBM ha lanciato un programma di ricerca con cui spera di mettere a punto un nuovo tipo di memoria non volatile adatta a rimpiazzare le attuali memorie DRAM
Con l'aiuto di Infineon, IBM ha lanciato un programma di ricerca con cui spera di mettere a punto un nuovo tipo di memoria non volatile adatta a rimpiazzare le attuali memorie DRAM


Armonk (USA) – IBM ha stretto una partnership strategica con il produttore di memorie tedesco Infineon Technologies e quello taiwanese Macronix per valutare le potenzialità di una tecnologia di memoria chiamata a cambiamento di fase (phase-change memory, PCM).

Nel concetto, la tecnologia PCM non è affatto nuova: se ne parla infatti da almeno 30 anni. Ad oggi però, le memorie PCM rimangono prototipi di laboratorio, e questo nonostante siano da molto tempo oggetto di ricerca da parte di colossi come Intel, Philips e STMicroelectronics.

La tecnologia PCM sfrutta il fatto che alcuni materiali, cosiddetti calcogenuri , possono essere fatti passare da uno stato amorfo ad uno cristallino riscaldando opportunamente il materiale: ad ogni cambiamento di stato, misurabile ad esempio con un laser, un computer può associare un “1” o uno “0”. Rispetto alle memorie tradizionali, che memorizzano le informazioni utilizzando cariche elettriche, le memorie PCM hanno il vantaggio di poter conservare il loro stato, e quindi i bit memorizzati, anche in assenza di elettricità. In questo somigliano alle memorie flash, e infatti uno dei primi ambiti applicativi della tecnologia PCM potrebbe proprio essere quello delle memorie non volatili.

Rispetto alle flash, le memorie PCM promettono prestazioni migliori – con tempi di lettura e scrittura più brevi -, una maggiore durata e la possibilità di eseguire delle operazioni di scrittura su indirizzi singoli della memoria. Queste stesse caratteristiche potrebbero in futuro renderle competitive anche nei confronti delle memorie DRAM, oggi impiegate sulla quasi totalità dei computer.

Lo scorso anno STMicroelectronics pubblicò una relazione in cui prevedeva, in base ai risultati ottenuti fino a quel momento, che “la tecnologia PCM potrà essere utilizzata in memorie stand-alone di media densità e in applicazioni embedded (..) e diventerà una tecnologia di grandissima diffusione per le memorie non volatili”.

Il trio di partner capeggiato da IBM tenterà ora di andare oltre e sviluppare memorie PCM adatte, un giorno, di salire a bordo di notebook, personal computer e server. In ogni caso, anche alla luce delle più rosee aspettative, il “grande salto” non avverrà – se avverrà – prima di uno o due decenni. Le care vecchie DRAM possono ancora dormire sonni tranquilli.

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Pubblicato il
25 mag 2005
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